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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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difficile considerare la formula carneadea come una ripresa volontaria di una formula<br />

appartenente alla tradizione academica, sopratutto in ragione del fatto che essa sembra<br />

perfettamente concepita per saggiare la consistenza dei principi etici stoici, non certamente<br />

come un'opzione dottrinale. Inoltre la posizione carneadea sembrerebbe particolarmente<br />

vicina alla prospettiva peripatetica sul valore dei beni in accordo con la natura, nella misura in<br />

cui questa si opponeva alla teoria stoica: a partire da essa Carneade poteva mettere in campo<br />

una strategia di attacco allo stoicismo, tendente alla riduzione di due posizioni cosiddette<br />

antagoniste ad un'unico comun denominatore. La presentazione delle tre posizioni in ambito<br />

etico va dunque presa in modo contrastivo, come si evince dalla seconda parte del frammento,<br />

dove la formula polemoniana è presentata come incompatibile con quella stoica, tanto da<br />

porci di fronte un'alternativa irriducibile.<br />

Il particolare approccio di Cicerone alla diaphonia filosofica ne riscopre il potenziale<br />

dialettico a partire da una prospettiva scettica, lo conduce a frenare ogni assenso avventato<br />

dato a una posizione piuttosto che un'altra, e riapre infine uno spazio d'indagine sulla coerenza<br />

e sulle conseguenze di ciascuna posizione. Lo scetticismo probabilista di Cicerone non è<br />

tuttavia di tipo pirroniano 425 : non si tratta di sospendere il giudizio in assoluto, quanto<br />

piuttosto di perseguire l'indagine su basi teoriche condivise o condivisibili. Questo il senso<br />

degli interrogativi sollevati contro l'operazione filosofica di Antioco. Cicerone di fatto accetta<br />

di impegnarsi nell'indagine, come testimonia il rinnovato interesse per le tematiche etiche nel<br />

De finibus e nelle Tusculanae Disputationes, ma senza fare concessioni all'approccio<br />

dogmatico generalmente conciliatore di Antioco, di cui intende discutere in profondità le<br />

premesse epistemologiche, la legittimità storica, gli assunti non dichiarati.<br />

T. 40 : CICERO, ACADEMICA PRIORA – LUCULLUS 45, 138-139.<br />

Testatur saepe Chrysippus tris solas esse sententias quae defendi possint de finibus<br />

bonorum; circumcidit et amputat multitudinem. aut enim honestatem esse finem aut<br />

voluptatem aut utrum. nam qui summum bonum dicant id esse, si vacemus omni<br />

molestia, eos invidiosum nomen voluptatis fugere sed in vicinitate versari; quod facere eos<br />

etiam qui illud idem cum honestate coniungerent, nec multo secus eos qui ad honestatem<br />

prima naturae commoda adiungerent. ita tris relinquit sententias quas putet probabiliter<br />

425 v. Lévy (1992a), p. 342 ; Spinelli (2005).<br />

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