UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

honeste, vivere, quod ita interpretantur: vivere cum intelligentia rerum earum quae
natura evenirent, eligentem ea quae essent secundum naturam, reiecentemque
contraria"; Fin. III, 31: "(Catone) relinquitur ut summum bonum sit vivere scientiam
adhibentem earum rerum quae natura eveniant, seligentem quae secundum naturam
et quae contra naturam sint reiecentem, id est convenienter congruenterque naturae
vivere" = SVF III 14 e 15. Questa riformulazione della formula del telos ricorda da
vicino quella proposta da Crisippo e testimonianta in D.L. VII, 87:
n j
u . È
tuttavia improbabile che Cicerone intendesse esprimere con il termine scientia 527
quello che nella formula di Crisippo viene espresso dal termine e)mpeiri/a, e che
rinvia quasi inequivocabilmente ad un indagine della natura che si avvale di un
processo di osservazione empirica. Nondimeno la rilevanza della nozione stoica di
'conoscenza' in ambito etico è attestata in Plut., Comm.not. 1066 d8: "th£n me£n
fro/nhsin e)pisth/mhn a)gaqw=n kai£ kakw=n ou)=san;" si consideri anche l'importanza
che il termine e)pisth/mh assume nella formula del telos di Aristone di Chio (SVF I
374 = Galenus, De plac. Hipp. et Plat. VII, 2) e Erillo di Calcedonia (SVF I 411 =
D.L. VII, 165).
- Earum rerum quae natura evenirent : ta£ fu/sei sumbaino/nta (cfr. D.L. VII
87; Stob. Ecl. II, 7, 6a, p. 76 Wachsmuth). Nell'interpretazione di Long (1967), p. 72,
si tratta di un espansione crisippea del fu/sei presente nella formula zenoniana. Nel
testo di Stobeo troviamo l'inciso: "Crisippo, volendo rendere (il telos) più chiaro
(o( Xru/sippoj safe/steron boulo/menoj poih=sai)" Cfr. la distinzione tra natura
individuale e natura universale che si prospetta in D.L. VII 88 : " to£ a)kolouqwj t$=
fu/sei zh=n, o(/per e)sti£ kata/ te th£n au(tou= kai£ kata£ th£n tw=n o(/lwn ...". La
formula di Crisippo sembra aver voluto far riferimento ad entrambe le accezioni di
natura, diversamente da Cleante che sembrerebbe aver invece escluso il riferimento
alla natura individuale (v. D.L. VII, 89), v. la critica di Posidonio nella testimonianza
di Galeno, De placitis Hippocratis et Platonis V, 6 = SVF III 12.
- Hunc ipsum Zenonis aiunt esse finem... – l'inciso intende stabilire
527 Cfr. Tusc. IV, 57 : « Sapientiam esse rerum divinarum et humanarum scientiam cognitionemque » (cfr. Off.
II, 5 ; August. Contra Ac. I, 6 ; De trinitate XIV, 1, 3 ; Lact., Inst. III, 13, 10). ; Tusc. IV, 53 : « Quo modo
igitur Chrysippus ? Fortitudo est, inquit, scientia rerum perferendarum vel... » ; v. Ioppolo (1986).
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