UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

di cliché della materia etica, v. T. 52 = Tusc. V, 30.
Il passo in oggetto viene introdotto infine a conclusione di un breve excursus sulla
'degenerazione dei peripatetici posteriori' : (V, 13) "Namque horum posteri meliores ille
quidem mea sententia quam reliquarum philosophi disciplinarum, sed ita degenerant, ut ipsi
ex se nati esse videantur". Ognuno dei successori di Teofrasto alla direzione della scuola
viene presentato come insoddisfacente rispetto alla tradizione di cui sono depositari: Stratone
avrebbe disdegnato le indagini nell'ambito dell'etica ("perpauca de moribus"); Licone
mancava del giusto spessore filosofico ("oratione lecuples, rebus ipsis ieiunior"); ad Aristone
mancava la gravitas 597 di un grande filosofo; Ieronimo non si sa nemmeno perché lo si chiami
peripatetico; Critolao tentò di rimanere fedele alla dottrina degli antichi, avvicinando ai
requisiti di gravitas della teoria etica, "ac tamen ne is quidem in patriis institutis manet";
Diodoro come Ieronimo propone una formula del telos che differisce da quella della
tradizione peripatetica originaria ("hic quoque suus est de summo bono dissentiens dici vere
Peripateticus non potest"). Il giudizio sui peripatetici posteriori è dunque drasticamente
negativo ed in base ad esso i suoi esponenti vengono esclusi da ogni considerazione sulla
posizione etica peripatetica 598 . Pisone /Antioco presenta infine il ricongiungimento delle due
genuine radici della filosofia 'unica' degli 'antichi' in alternativa al ramo degenerato della
tradizione peripatetica più recente. Dopo aver introdotto una cesura interna al processo di
trasmissione delle dottrina di Aristotele e Teofrasto, la sua strategia storiografica ha
semplicemente bisogno di insistere sul doppio fattore di originarietà temporale e di
trasmissione genuina, implicitamente espresso dall'appellativo 'antico'.
Commento
A)
– Antiquorum ... sententia: cfr. Ac.libri I, 22: "omnis illa antiqua philosophia
il discorso etico di Aristotele. L'autore mette in risalto le ragioni per cui questo tipo di lettura della riflessione
etica di Teofrasto risulta valida solo nel ristretto ambito della storiografia ermeneutica di Antioco e di poco
valore per una valutazione complessiva del pensiero di Teofrasto.
597 Il concetto di gravitas è nel contesto etico un attributo della virtù : v. la descrizione della posizione di
Teofrasto in Fin. V, 12: "Haec mihi videtur delicatior, ut ita dicam, molliorque ratio, quam virtutis vis
gravitasque postulat", da cui si deduce che il requisito di gravitas di una teoria etica è legato alla posizione
che il concetto di virtù occupa nell'assicurare la felicità dell'individuo. Gli errori dei peripatetici 'degenerati'
possono dunque essere riassuntivamente descritti come una mancata attribuzione di un posto di adeguato
rilievo alla virtù all'interno della loro concezione della felicità.
598 v. Prost (2001), pp. 260-261 ; questo elemento della propaganda antiochea si trova estensivamente impiegato
nella produzione filosofica ciceroniana.
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