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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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vetero-academica nella forma "honeste vivere fruentem is quas primas homini<br />

natura conciliet" (T. 39 = Luc. 131). La formula ammette qualche variante: "Ergo<br />

nata est sententia veterum Academicorum et Peripateticorum, ut finem bonorum<br />

dicerent secundum naturam vivere, id est virtute adhibita frui primis a natura datis"<br />

(T. 42 = Fin. II, 34-35); "omnibus aut maximis rebus iis quae secundum naturam<br />

sint fruentem vivere" (T. 44 = Fin. IV, 14-15); Cicerone è del resto attento a<br />

presentare l'espressione "secundum naturam vivere" come passibile di più<br />

esplicitazioni e come l'oggetto di una continua esegesi soprattutto all'interno della<br />

filosofia stoica (v. T. 44, Commento B).<br />

Non sappiamo se la struttura del discorso etico di Polemone prevedesse innanzitutto<br />

una definizione esplicita della formula del telos, come sembra sia stata la norma nel<br />

periodo successivo, e non sappiamo se in essa fosse riconoscibile un eventuale<br />

riferimento polemico che ne contestualizzava il contenuto. L'altra testimonianza a<br />

noi pervenuta sulla formula del telos di Polemone non concorda con i testi<br />

ciceroniani, né nella forma, né nel contenuto. La testimonianza di Clemente<br />

Alessandrino (T. 58 = Str. II, 22, 133) non fa riferimento alcuno al kata£ fu/sin zh=n<br />

e insiste piuttosto sul concetto di autarchia della virtù.<br />

I sospetti su un forte intervento ermeneutico di Antioco d'Ascalona sulla formula<br />

attribuita alla tradizione vetero-academica e peripatetica sembrano dunque<br />

quantomeno legittimi. La formula presenta una struttura composita, per cui il telos<br />

coinciderebbe con la somma di due elementi: ta£ prw=ta kata£ fu/sin + honestas<br />

(kalo/n), in modo da accordarsi con la distinzione tra teorie semplici e teorie<br />

composite caratteristica degli schemi dialettici delle divisiones ethicae. La formula<br />

risponde dunque alle esigenze espositive del discorso etico secondo la forma e gli<br />

strumenti che quest'ultimo ha assunto in una fase storica verosimilmente posteriore<br />

al primo periodo ellenistico.<br />

Particolarmente controverso è l'uso del concetto di ta£ prw=ta kata£ fu/sin<br />

all'interno della formula che dovrebbe accomunare, talvolta indistintamente, i<br />

filosofi vetero-academici e i filosofi peripatetici. Cicerone sembra far attenzione a<br />

limitare la traduzione letterale del concetto in latino, "ea quae secundum naturam<br />

sunt", al contesto del V libro del De finibus dove il personaggio di Pisone si incarica<br />

di esporre l'operazione filosofica di Antioco d'Ascalona, preferendo invece negli altri<br />

contesti l'omissione del suffisso di conformità (kata/ / secundum) : v. "ea quae<br />

prima data sint natura" (T. 42 = Fin. II, 33-34); "(ea) quae prima secundum<br />

naturam nominant, proficiscuntur, in quibus numerant incolumitatem<br />

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