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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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cui un'azione diretta sulla scena pubblica gli è da un certo momento in poi<br />

progressivamente preclusa, ma anche e sopratutto come una diretta espressione della<br />

cultura e dei valori di una certa classe politica, la cui primaria intenzione è quella di<br />

opporre resitenza rispetto ai rivolgimenti in atto nella società romana. Il progetto filosofico<br />

di Cicerone in ultima istanza rappresenta una forma di contributo attivo alla società<br />

romana, la cui importanza assume progressivamente sempre più rilievo quanto più gli<br />

viene negato un accesso diretto alla scena politica. Cicerone sembrerebbe allora ripiegare<br />

sempre di più su un identità filosofica in aggiunta a quella di retore e uomo politico<br />

nell'estremo tentativo di contribuire alla società a cui appartiene.<br />

4) 'Traduzione': Il vocabolario filosofico ciceroniano è il risultato di attente scelte di<br />

traduzione del linguaggio filosofico greco e come tale va considerato. Cicerone dissemina<br />

nei testi numerosi indizi per il lettore in corrispondenza dei suoi sforzi di traduzione: non<br />

solo si compiace di fornire il corrispettivo greco ogni qual volta si introduca un termine<br />

tecnico del linguaggio filosofico [Luc. 17: comprehensio – kata/lhyin; perspecuitate aut<br />

evidentia – e)nargei/a; 94 Luc. 18: visum – fantasi/a; Luc. 22: notitiae – e)nnoi/ai; Luc. 24:<br />

adpetitio – o(rmh/; Luc, 36: adsensio atque adprobatio – sugkata/qesij; Luc. 38: quod<br />

accomodatum ad naturam – oi)kei=on; Luc. 59: adsensionis retentio – e)poxh/; Luc. 78:<br />

decreta – do/gmata; Luc. 130: neutram in partem moveri – a)diafori/a ; Ac.libri I, 25:<br />

qualitas – poio/thj; Ac.libri I, 41: comprendibile – katalhpto/n; Fin. III, 17:<br />

comprehensiones vel perceptiones – katalh/yeij; Fin. III, 20: aestimabile – a)ci/a;<br />

officium – kaqh=kon; Fin. III, 21: notio – e)/nnoia; convenientia – o(mologi/a; Fin. 23:<br />

appetitio animi – o(rmh/; Fin. III, 24 (Cfr. Fin. V, 17): recta aut recte facta – katorqw/mata;<br />

Fin. III, 35: perturbatio – pa/qoj 95 ; Fin. III, 52: producta vel promota / praeposita vel<br />

praecipua – prohgme/na; remota / reiecta – a)poprohgme/na (cfr. Fin. IV, 72); Fin. III, 53 –<br />

a)dia/foron – indifferens; Fin. III, 69: incommoda et commoda – dusxrhsth/mata,<br />

eu)xrhsth/mata; Fin. V, 23: tranquillitas animi – eu)qumi/a (cfr. Fin. V, 87) etc.], ma segnala<br />

anche attraverso numerosi procedimenti espressivi l'approssimatività linguistica delle sue<br />

scelte di traduzione: Cicerone opta talvolta per un'accumulazione lessicale, ossia, invece di<br />

un unico termine, propone coppie terminologiche, per tentare di coprire attraverso la<br />

94 Si noti la difficoltà incontrata nel rendere invece a)kata/lhpton, per cui in Luc. 18 si usa la perifrasi "negaret<br />

quicquam esse quod comprehendi posset".<br />

95 La traduzione di pa/qoj viene calibrata rispetto al suo uso filosofico, una scelta di tipo puramente semantico,<br />

spingerebbe Cicerone ad adottare 'morbum', ma, in considerazione dell'uso stoico del termine per designare affezioni<br />

come la misericordia e l'ira, egli preferisce 'perturbatio'.<br />

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