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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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Nell'applicazione del concetto alla figura dell'uomo felice, Aristotele mostra come<br />

egli ritenga necessario trovare un compromesso tra l'autorefenzialità assoluta del<br />

concetto di autarchia della felicità e il reale contesto della vita biologica e naturale di<br />

un uomo, dove la relazione con l'esterno, con ciò che è altro da sé, è una condizione<br />

insormontabile. La questione appare evidente nel caso del rapporto tra l'uomo felice e<br />

gli amici: 1169 b 5 - 22: οὐθὲν γάρ φασι δεῖν φίλων τοῖς μακαρίοις καὶ<br />

αὐτάρκεσιν· ὑπάρχειν γὰρ αὐτοῖς τἀγαθά· αὐτάρκεις οὖν ὄντας οὐδενὸς<br />

προσδεῖσθαι, τὸν δὲ φίλον, ἕτερον αὐτὸν ὄντα, πορίζειν ἃ δι' αὑτοῦ<br />

ἀδυνατεῖ. (...) ἔοικε δ' ἀτόπῳ τὸ πάντ' ἀπονέμοντας τἀγαθὰ τῷ εὐδαίμονι<br />

φίλους μὴ ἀποδιδόναι, ὃ δοκεῖ τῶν ἐκτὸς ἀγαθῶν μέγιστον εἶναι. (...)<br />

ἄτοπον δ' ἴσως καὶ τὸ μονώτην ποιεῖν τὸν μακάριον· οὐδεὶς γὰρ ἕλοιτ' ἂν<br />

καθ' αὑτὸν τὰ πάντ' ἔχειν ἀγαθά· πολιτικὸν γὰρ ὁ ἄνθρωπος καὶ συζῆν<br />

πεφυκός. καὶ τῷ εὐδαίμονι δὴ τοῦθ' ὑπάρχει· τὰ γὰρ τῇ φύσει ἀγαθὰ ἔχει,<br />

δῆλον δ' ὡς μετὰ φίλων καὶ ἐπιεικῶν κρεῖττον ἢ μετ' ὀθνείων καὶ τῶν<br />

τυχόντων συνημερεύειν. δεῖ ἄρα τῷ εὐδαίμονι φίλων. Aristotele risponde alla<br />

tesi secondo la quale l'autarchia dell'uomo felice significa che non ha bisogno di<br />

nulla, nemmeno di amici. Si tratta di una questione diffusamente discussa dall'etica<br />

aristotelica (EE 1244 b 1-3; EN 1097 b 8; MM II, 15, 1-2); l'argomentazione di<br />

Aristotele ruota intorno a due obiezioni rivolte all'avversario; prima obiezione:<br />

sarebbe strano che all'uomo massimamente felice a cui si attribuiscono tutti i beni,<br />

ma non gli si attribuiscono gli amici, che vengono considerati (δοκεῖ) tra i beni<br />

esterni più grandi; seconda obiezione: sarebbe strano che l'uomo felice sia solitario,<br />

perché l'uomo è per natura politico e comunitario, il che pertiene anche all'uomo<br />

felice; possiede infatti le cose che sono buone 'rispetto alla sua natura', dunque avrà<br />

amici. L'autarchia dell'uomo felice o massimamente felice è in conclusione<br />

compatibile con tutte le cose che sono buone 'rispetto alla sua natura', in particolare<br />

con il fatto di avere amici.<br />

Ne consegue che esistono gradi diversi di autarchia secondo Aristotele. Esiste un<br />

concetto assoluto di autarchia, applicabile pienamente solo alla divinità (MM, 15, 4;<br />

MM, 15, 5) e in alternativa ad esso esiste una gradazione variabile di livelli diversi di<br />

autarchia; sembrerebbero infatti esserci per Aristotele virtù più o meno autarchiche,<br />

attività più o meno autarchiche, vite più o meno felici (EN 1179 a 31: ὁ σοφὸς<br />

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