UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

aperta. Se Antioco avesse invece attribuito perentoriamente a Platone la posizione etica
composita che attribuisce ai filosofi academico-peripatetici, al di là di ogni giudizio sul grado
di plausibilità di questa interpretazione, sarebbe stato ben più difficile giocare sul potenziale
sapieziale della sua figura. Tutto lascia credere invece che, consapevole della molteplicità
delle appropriazioni della figura di Platone da parte di istanze antagoniste, egli consideri
l'intepretazione del pensiero di Platone una questione per certi versi indeterminata e aperta. La
disciplina degli antichi è dunque la legittima depositaria dell'eredità platonica, ma la figura di
Platone rimane una realtà distinta, con un margine di autonomia, l'orizzonte d'incontro di
diverse istanze, piuttosto che l'incarnazione precisa di un'istanza etica specifica 569 .
L'intenzione di Antioco in conclusione sarebbe quella di inserirsi con successo nel dibattito
sull'interpretazione del pensiero di Platone, senza affrontare Platone direttamente, ma
lavorando, per così dire, ai lati, ricompattando la tradizione dogmatica in un unico fronte,
risolvendone i conflitti interni e presentando così un alternativa valida rispetto
all'interpretazione 'scettica' del platonismo.
T. 48 : CICERO, DE FINIBUS BONORUM ET MALORUM V, 1, 2.
Venit enim mihi Platonis in mentem, quem accepimus primum hic disputare solitum; cuius
etiam illi hortuli propinqui non memoriam solum mihi adferunt, sed ipsum videntur in
conspectu meo ponere. Hic Speusippus, hic Xenocrates, hic eius auditor Polemo, cuius illa
ipsa sessio fuit quam videmus.
Cfr. Polemo fr. 48 Gigante.
Traduzione
Mi viene infatti in mente Platone, che sappiamo esser stato il primo ad aver l'abitudine
di discutere qui, di cui, i giardinetti qui vicino non solo mi portano il ricordo, ma ho
l'impressione che me lo portino in persona dinanzi agli occhi. Qui stava Speusippo, qui
Senocrate, qui il suo discepolo Polemone, a cui apparteneva quel seggio che vediamo.
Contesto
569 Cfr. Prost (2001), p. 252 : « il faut envisager séparément Platon et ses sucesseurs ».
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