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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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puntualizzare quanto più precisamente possibile la modalità di approccio al testo e<br />

delimitarne gli assunti principali.<br />

1) 'Assimilazione': Il rapporto che Cicerone intrattiene con i testi che impiega come fonti<br />

per le sue trattazioni viene valutato a partire dall'operazione culturale presentataci<br />

dall'autore: un'esposizione in lingua latina del pensiero filosofico, affinché anche in questo<br />

ambito la cultura romana possa emanciparsi dal monopolio della lingua greca e<br />

contestualmente appropriarsi dei benefici derivanti da questo tipo di disciplina (v. Tusc. I,<br />

5: "philosophia iacuit usque ad hanc aetatem nec ullum habuit lumen litterarum<br />

Latinarum; quae inlustranda et excitanda est"; Div. I, 1; 6-7; ND I, 17). La responsabilità<br />

culturale consapevolmente assunta da Cicerone porta in primo piano il rapporto che egli<br />

intrattiene con le opere dei filosofi greci, talvolta come traduttore, talvolta come<br />

divulgatore e interprete. Cicerone descrive se stesso a più riprese come dedito allo studio<br />

diretto dei testi degli antichi filosofi, e allo stesso tempo come impegnato in una attiva<br />

riflessione personale sui dibattiti filosofici contemporanei. Formula questioni, riprende<br />

questioni, la sua mente è il campo arato dai suoi studi filosofici ed è da essa che Cicerone<br />

si aspetta i frutti 86 . Allo stesso tempo, considerare Cicerone come un 'filosofo',<br />

nell'accezione antica o moderna del termine, indipendentemente dal particolare contesto<br />

culturale in cui egli opera, significherebbe sottovalutare la complessità del rapporto di<br />

Cicerone con la filosofia dei greci 87 . Cicerone, per quanto dissemini la sua opera con<br />

elementi autocelebrativi, non si arroga mai un'originalità di pensiero, nel senso in cui lo<br />

farebbe un qualunque filosofo moderno o contemporaneo. Al contrario quando si tratta di<br />

descrivere il rapporto dei suoi testi rispetto alla produzione dei filosofi greci, sminuisce<br />

l'originalità del suo intervento qualificando le sue opere come apographa (Ad Att. XII,<br />

52). Sulla base di questo tipo di affermazioni la critica ha ritenuto legittimo andare alla<br />

ricerca nel testo di Cicerone della copia latina di passaggi tratti dalle opere di filosofi<br />

greci.<br />

Oggi, facendo tesoro degli insegnamenti derivanti tanto dai successi quanto dai fallimenti<br />

della Quellenforschung 88 , si ritiene necessario considerare i testi delle opere filosofiche<br />

86 v. la metafora d'apertura nel Brutus.<br />

87 v. Gildenhard, Gargnano 2011.<br />

88 In tempi recenti la fortuna dei metodi della Quellenforschung si è drasticamente ridimensionata. Ci si rende infatti<br />

conto che l'adozione di criteri interni al testo per trasferire la paternità del contenuto di un testo ciceroniano ad una<br />

delle sue fonti ha condotto ad argomentazioni di tipo circolare: un certo passaggio di Cicerone viene attribuito a una<br />

delle sue possibili fonti, perché un altro passaggio simile lo è già stato. Conseguenza di questo metodo è non<br />

soltanto l'estensione non giustificata dell'influenza di una fonte sul testo ciceroniano, ma anche la riduzione di<br />

quest'ultimo ad una sovrapposizione meccanica di testi di altri autori. Tuttavia la pratica della 'critica delle fonti'<br />

xli

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