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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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filosofiche con le loro fisionomie particolari e le diverse elaborazioni del rapporto con la<br />

temperanza. Si ribadisce così una forte connessione e interazione tra la direzione presa dalle<br />

pratiche di costume e l’elaborazione teorica di istanze etiche.<br />

In secondo luogo è evidente che il tema della temperanza dei piaceri gioca un ruolo<br />

fondamentale nella definizione del comportamento dell’uomo saggio, tanto che si potrebbe<br />

parlare, nell’ambito di una certa letteratura filosofica, di coincidenza tra saggezza e<br />

temperanza: Foucault nota per esempio che in Senofonte 137 la parola e la parola<br />

vengono impiegate entrambe e in modo interscambiabile per designare la<br />

temperanza, la quale, insieme con la pietà, la saggezza, il coraggio e la giustizia, fa parte delle<br />

cinque virtù alle quali Senofonte abitualmente fa riferimento. Per ciò che concerne invece<br />

Platone e la sua elaborata riflessione sulle virtù, è sufficiente per Foucault citare il passo del<br />

Gorgia 138 dove Callicle interroga Socrate su cosa sia il “comandare se stessi<br />

( )” e Socrate risponde che questo consiste nell’ « essere saggi e nel<br />

dominarsi (), nel governare i propri piaceri e i<br />

propri desideri ( ) ». Il discorso sulla temperanza o<br />

intemperanza dei piaceri nella letteratura greca antica è secondo Foucault legato a due<br />

variabili principali, la prima delle quali è riconducibile ad un ambito quantitativo, mentre la<br />

seconda è legata al ruolo attivo o passivo, ovvero alla polarità 139 . In base alla prima variabile,<br />

la differenza tra comportamento temperante e intemperante sta nel “di più” 140 , nell’eccesso 141 :<br />

come anche rispetto ai piaceri del cibo, problematica è innanzitutto la mancanza di giusta<br />

misura, la quale inevitabilmente conduce alla malattia. La letteratura filosofica e la letteratura<br />

medica sono concordi nell’associare l’immagine dell’intemperanza con quella di un cattivo<br />

stato di salute, dovuto alla dismisura nella gestione dei bisogni del corpo 142 .<br />

È interessante notare come un passaggio molto esplicito del I libro delle Leggi di Platone 143<br />

serva a Foucault per consolidare la sua idea, secondo la quale non siano propriamente le<br />

azioni legate alla sessualità a costituire un problema morale, quanto piuttosto la modalità<br />

secondo cui le azioni vengono esercitate: nel passaggio in considerazione, Platone<br />

contrappone il rapporto “conforme a natura”, che unisce l’uomo e la donna a scopo<br />

riproduttivo, al rapporto “contro natura” del maschio con il maschio e della femmina con la<br />

femmina. La distinzione tra chi agisce “conformemente alla natura” e chi invece agisce<br />

137 Xen., Ciropedia, VIII, 1, 30.<br />

138 Plato, Gorg. 491d.<br />

139 Foucault (2002), pp. 49-53.<br />

140 Foucault (ibidem, p. 55) fa riferimento l’espressione aristotelica “” (Arist. Eth. Nic. III, 11,<br />

1118b 16), che indica la direzione nella quale gli intemperanti sbagliano.<br />

141 v. la descrizione dello stato di “eccesso dei piaceri e dei dolori ()” in<br />

Plato, Tim. 86c-e.<br />

142 Foucault (2002), p. 103-105.<br />

143 Plato, Leggi 636c1-7.<br />

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