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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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dalla virtù morale 409 . Adottando argomentativamente le premesse naturalistiche<br />

Carneade si mostrava potenzialmente "più stoico degli stoici", potendo di fatto<br />

contestare l'esclusione delle prime inclinazioni naturali, da cui essi prendevano le<br />

mosse, dalla formula finale del sommo bene.<br />

Rimane pertanto aperta la questione da quale tradizione filosofica Carneade derivi<br />

l'idea della 'fruizione dei beni naturali': si tratta di un concetto teoricamente<br />

desunto dalla posizione stoica al solo fine di mostrarne le incongruenze nell'uso,<br />

oppure il suo retroterra deve essere tracciato all'interno della tradizione academica<br />

o peripatetica? L'orientamento del testo porta a pensare che entrambe i versanti<br />

della questione possano essere mantenuti. La citazione della posizione di<br />

Carneade, posta storiograficamente a fare da intermediario tra le formule del fine<br />

di Polemone e di Zenone, sembra in ultima istanza voler mostrare la molteplicità<br />

degli strati teorici impliciti nell'operazione storiografica antiochea. Se ci fidassimo<br />

della presentazione ciceroniana allora, saremmo portati a pensare che<br />

l'opposizione puramente dialettica di Carneade allo stoicismo abbia avuto come<br />

ulteriore risvolto la riscoperta, ad opera di Antioco, del contesto academico e<br />

peripatetico di discussione dei fondamenti naturalistici dell'etica, non solo come<br />

ciò da cui la teoria stoica può aver preso liberamente le mosse, ma anche come<br />

l'ambito già avanzato di indagine da cui gli strumenti teorici carneadei hanno<br />

plausibilmente tratto spunto.<br />

– summum bonum esse frui rebus eis, quas primas natura conciliavisset:<br />

summum bonum: equivalente verosimilmente a to£ a)gaqo/n in greco, v. Sedley<br />

(1996), p. 333-334.<br />

frui rebus: cfr. Fin. IV, 14-15 = T. 44; [cfr. Fin. II, 34 = T. 42: "id est virtute<br />

adhibita frui primis a natura datis"; Fin. V, 20: "fruendi rebus iis, quas primas<br />

secundum naturam esse diximus, Carneades defensor disserendi causa fuit"; Tusc.<br />

V. 84: "nihil bonum nisi naturae primis bonis aut omnibus aut maximis frui". cfr.<br />

Plut. De comm.not. 1069f = T. 56: "τὴν ἀρετὴν προσλαβόντες αὐτοῖς<br />

ἐνεργοῦσαν οἰκείως χρωμένην ἑκάστῳ τέλειον ἐκ τούτων καὶ ὁλόκληρον<br />

ᾤοντο συμπληροῦν βίον καὶ συμπεραίνειν". Cfr. Augustinus, De civitate Dei<br />

409 v. la critica carneadea al doppio ordine di valori implicito nell'etica stoica, che traspare dalla struttura della<br />

Carneadia divisio in Fin. V, 17-20 ; v. LS (1987), vol. I, pp. 406-410.<br />

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