UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

academica o peripatetica, attaccando direttamente il cuore dell'operazione
conciliatrice di Antioco d'Ascalona.
Cfr. Fin. IV, 2: “Non mehercule, imquam, soleo temere contra Stoicos, non quo
illis admodum assentiar, sed pudore impedior”.
– Aristotelem, meo iudicio in philosophia prope singularem: cfr. Tusc. I,
22: "Aristoteles, longe omnibus (Platonem semper excipio) praestans et ingenio et
diligentia"; Fin. V, 7 = T. 49: "Aristoteles, quem excepto Platone haud scio an
recte dixerim principem philosophorum"; Ac.post. I – Ac.libri 18: "Abundantia
quadam ingenii praestabat, ut mihi quidem videtur, Aristoteles,...". Aristotele ha
complessivamente agli occhi di Cicerone una posizione di particolare rilievo:
all'interno della tradizione platonica egli è "le brillant second" [Lévy (1992a), p.
75, n. 66]. Sulla conoscenza che poteva avere Cicerone dell'opera di Aristotele v.
Ad Qu.Fr. III 5; 6. (lettura di Aristotele nel periodo del De re publica); e la critica
moderna Pahnke (1962); Moraux (1978), pp. 81-96; Fortenbaugh, Steinmetz
(1989); Barnes (1997), pp. 46-59; cfr. Introduzione, pp. xxix-xxxiii.
– germanissimus Stoicus: la frase ha fornito una base d'appoggio,
ampiamente sfruttata, per un'interpretazione dell'operazione filosofica di Antioco
come sincretica o eclettica 419 . Il commento di Reid (1885) a questo passo ha
rafforzato in tempi moderni l'immagine, già esplicita in Agostino (Contra Ac. III,
18, 41: "faeneus ille Platonicus Antiochus (...) igitur Antiochus, (...), auditis
Philone Academico et Mnesarcho Stoico in Academiam veterem quasi vacuam
defensoribus et quasi nullo hoste securam velut adiutor et cuius inrepserat nescio
quid inferens mali de Stoicorum cineribus, quod Platonis adyta violaret"; De civ.
Dei XIX, 3 ex.: "Antiocho...quem sane Cicero in pluribus fuisse Stoicum quam
veterem Academicum vult videri" 420 ), di Antioco come traditore della tradizione
academica, autore di una fusione ingiustificata di due sistemi filosofici distinti.
Secondo Reid si trattava di una 'opinione ampiamente diffusa' già nel contesto
romano e per giustificarla non sarebbe necessario ipotizzare, come hanno fatto
alcuni critici, una fonte specifica proveniente da un contesto polemico particolare,
come quello ad esempio che opponeva Antioco a Filone (cfr. Hirzel (1883), III, p.
305). Tuttavia non è da escludere nemmeno che in questa riduzione del pensiero
419 v. Barnes (1989), pp. 51-96; cfr. Lévy (1992a), pp. 51-54.
420 N.B: « vult videri » implica che si tratta di un parere di Cicerone, la cui oggettività è eventualmente
discutibile.
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