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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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temporali tra l'azione del 'conciliare' e l'azione del 'fruire' può risultare<br />

filosoficamente rilevante se posta in relazione alla questione delle 'indicazioni<br />

cronologiche' come criterio distintivo di un modello peripatetico vs un modello<br />

stoico di oi)kei/wsij. Si prenda allora in considerazione la questione<br />

dell'immediatezza della percezione di sé sostenuta dagli stoici e verosimilmente<br />

contestata dai peripatetici: l'argomentazione stoica sembrerebbe aver sostenuto<br />

che non esiste alcun scarto temporale tra la nascita dell'individuo e la percezione<br />

istintiva di sé, mentre in ambito peripatetico la riflessione etica avrebbe posto<br />

l'accento sul fatto che lo sviluppo della ragione è condizione imprenscindibile per<br />

ogni consapevolezza di se stessi e, non essendo il pieno possesso della ragione<br />

attribuibile alla nascita o alla fase della prima infanzia, l'argomento stoico,<br />

fondante l' oi)kei/wsij innanzitutto sulla percezione di se stessi, risulterebbe<br />

minato alla base. L'osservazione della natura e dei parvi come specchio in cui<br />

procedere a un'osservazione empirica della natura (v. Fin. II, 34-35 = T. 42:<br />

Contesto), porterebbe invece a credere, secondo la prospettiva peripatetica, che<br />

istintivamente - e non per percezione di se stessi 416 - l'animale (senza distinzione<br />

tra razionale e irrazionale) persegua certi beni, piuttosto che altri.<br />

La precisazione temporale della formula attribuita a Carneade intenderebbe allora<br />

collocare la dinamica di appropriazione dell'animale a se stesso in un tempo<br />

passato, che non solo offre le precauzioni epistemologiche dell' ei)ko£j mu/qoj, ma<br />

senza dubbio è precedente allo sviluppo delle facoltà razionali 417 .<br />

– quod ducatur a conciliatione naturae: cfr. Fin. III, 21: "prima est enim<br />

conciliatio hominis ad ea, quae sunt secundum naturam"; Fin. III, 22: "propterea<br />

quod non inest in primis naturae conciliationibus honesta actio". La frase associa<br />

alla formula zenoniana honeste vivere gli elementi teorici della oi)kei/wsij. Si può<br />

dubitare che la relativa possa essere considerata come ancora parte della formula<br />

zenoniana; se così non fosse ci troveremmo di fronte a una delle rare attestazioni<br />

della dottrina dell' oi)kei/wsij esplicitamente associata a Zenone, v. White (1979),<br />

p. 25, n. 92; 93.<br />

Da notarsi in ogni caso è il fatto che il 'vivere in modo moralmente degno' è qui<br />

posto come conseguenza successiva al processo di oi)kei/wsij, mentre nella<br />

formula polemoniana i due momenti si trovano in un rapporto di concomitanza, di<br />

416 v. Fin. V, 41-43.<br />

417 v. Magnaldi (1991), p. 7, per per un diverso impiego delle 'indicazioni cronologiche' in un contesto di<br />

differenziazione tra teoria stoica e teoria peripatetica.<br />

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