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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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uolo della retorica nella formazione dei giudizi filosofici di Cicerone. Moretti<br />

(1995) studia approfonditamente le caratterizzazioni dello stile antiretorico tipico<br />

dello stoicismo e mette in luce le dinamiche di inevitabile scontro tra questo e il<br />

gusto ciceroniano per l'arte del discorso. Partendo dal presupposto che la retorica<br />

del discorso filosofico, lontana dal ricoprire una funzione soltanto ornamentale,<br />

implichi invece il rispetto di precise istanze teoriche [v. Moretti (1995), p. 29-30],<br />

Cicerone ricerca sempre il punto di delicato equilibrio tra forma e contenuto e non<br />

può che porsi in aperta critica con la pratica continua del paradosso, del<br />

neologismo, del rifiuto di ogni accorgimento psicagogico o empatico, propria<br />

dello stoicismo. Forgia così un vocabolario critico estremamente icastico che<br />

diventa una sorta di 'repertorio formulare' per designare lo stile stoico: breve,<br />

acutum, obscurum, spinosum [Moretti (1995), p. 33]. Cfr. Plut., De Stoic.Rep. 28;<br />

DL, VII, 18.<br />

D'altro canto l'affiliazione academica di Cicerone si concilia tra le altre cose anche<br />

con l'apertura rispetto all'arte oratoria (De fato 3: "cum hoc genere philosophiae<br />

quod nos sequimur, magnam habet orator societatem"; Tusc. II, 9: "Itaque mihi<br />

semper Peripateticorum Academiaeque consuetudo de omnibus rebus in<br />

contrarias partes disserendi non ob eam causam solum placuit, quod aliter non<br />

posset quid in quaque re veri simile esset inveniri, sed etiam quod esset ea<br />

maxima dicendi exercitatio;"). Cicerone arriva anche ad alludere al fatto che l'arte<br />

oratoria sarebbe stata 'partorita' dalla filosofia academica, v. Paradox. 2: "nos ea<br />

philosophia plus utimur quae peperit dicendi copiam et in qua dicuntur ea quae<br />

non multum discrepent ab opinione populari". Non ci sorprende allora che nel<br />

passo in oggetto la filosofia di derivazione platonica venga innanzitutto<br />

identificata come un paradigma stilistico di grande rispetto.<br />

Copiose: relativo alla ricchezza argomentativa, la cui rilevanza per Cicerone in un<br />

contesto filosofico si desume da Part. Or. 79: "nihil enim est aliud eloquentia nisi<br />

copiose loquens sapientia" e De or. II, 151: "nam orationis quidem copia videmus<br />

ut abundent philosophi, qui,(...) nulla dant praecepta nec idcirco minus,<br />

quaecumque res proposita est, suscipiunt, de qua copiose et abundanter<br />

loquantur". Cfr. anche Tusc. I, 7, in relazione ad Aristotele, nel quale scienza ed<br />

eloquenza si trovano esemplarmente legate; Ac. libri I, 17, dove Platone è detto<br />

"varius et multiplex et copiosus"; Tusc. V, 11: "quem mores cum Carneades<br />

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