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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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fecerunt; ut Aristoteles virtutis usum cum vitae perfectae prosperitate coniunxit, Callipho<br />

adiunxit ad honestatem voluptatem, Diodorus ad eandem honestatem addidit vacuitatem<br />

doloris", cfr. T. 42 = Fin. II, 34 : iam ante Aristoteli, ma il riferimento alla teoria dei beni<br />

tripartiti si differenzia sia dalla formula del telos attribuita a Aristotele nella versione della<br />

divisio di Fin. I, sia dal tentativo antiocheo di smussare lo statuto problematico dei beni<br />

esterni con la teoria della 'fruizione dei beni in accordo con la natura'. Del resto nella<br />

presentazione della posizione dei peripatetici il testo omette di precisare il rapporto di<br />

composizione tra l'honestas e gli altri beni, che invece caratterizza la presentazione della<br />

posizione di Dinomaco, Callifone e Diodoro, cfr. T. 39 = Luc. 131 ; Fin. V, 41 ; Fin. V, 21.<br />

Possiamo dunque supporre in questo testo un tentativo da parte di Cicerone di coinvolgere<br />

nella discussione la posizione dei peripatetici contemporanei (o più recenti), v. Critolaus fr. 20<br />

Wehrli = Clem.Alex., Str. II, 21, 129, p. 184 Stählin. Le conseguenze di questo tipo di scelta<br />

sono visibili anche nella modalità in cui il testo affronta la questione del rapporto tra virtù e<br />

felicità. Ormai emancipato dalla prospettiva di Antioco, Cicerone analizza il modo in cui la<br />

virtù si trova al centro anche dell'etica peripatetica, ponendo l'accento sul fatto che la vis<br />

retorica dei filosofi antichi attribuisce alla virtù un ruolo supremo, "innalzandola fino al cielo<br />

(ad caelum extulerunt)", ed a questo deve corrispondere per forza anche un certo disprezzo<br />

comparativo per ogni altro bene eventuale: (V, 85) "reliqua ex collatione facile est conterere<br />

atque contemnere". Seguendo allora questa traccia teorica apparentemente indipendente, il<br />

testo decreta che la virtù è in grado, anche all'interno della prospettiva peripatetica, di<br />

garantire la felicità, posto che si consideri il rapporto complessivo tra beni e mali, che il<br />

possesso della virtù fa pendere necessarimente e in ogni circostanza, anche la più estrema, a<br />

favore dei beni.<br />

Commento<br />

A)<br />

– ad supplicium beata vita virtutem cumque ea descendet in taurum:<br />

l'immagine della tortura, evocata dal noto toro metallico di Falaride 622 , è un test<br />

teorico del rigorismo della posizione etica stoica, come si evince da Tusc. V, 13:<br />

"Velut iste chorus virtutum in eculeum impositus imagines constituit ante oculos cum<br />

amplissima dignitate, ut ad eas cursim perrectura nec eas beata vita a se desertas<br />

622 v. Pindaro, Pithya I, 95: " τὸν δὲ ταύρῳ χαλκέῳ καυτῆρα νηλέα νόον ἐχθρὰ Φάλαριν κατέχει παντᾷ<br />

φάτις, ...".<br />

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