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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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ecupero del valore positivo della svolta 'scettica' di Arcesilao.<br />

Rimane tuttavia controverso quale sia la fonte di ispirazione del testo e in particolare della<br />

combinazione tra scetticismo, recupero della retorica in quanto tecnica del discorso e<br />

storiografia filosofica. La complessità dell'integrazione tra questi elementi singolarmente<br />

associabili a figure ben distinte del panorama filosofico ciceroniano (lo scetticismo a<br />

Carneade, la storiografia filosofica ad Antioco, il recupero della retorica forse a Filone o più<br />

generalmente alla tradizione peripatetica) non ha impedito alla critica di formulare le ipotesi<br />

le più varie sulle dinamiche di costituzione del testo e in generale della figura dell'oratore<br />

ideale nel pensiero ciceroniano. Come già accennato sembrerebbe possibile enfatizzare in<br />

questo contesto l'influenza di Filone sul pensiero di Cicerone (v. Arnim (1898), pp. 97-112),<br />

per quanto l'ipotesi non abbia raggiunto il livello di un consenso generale. Elementi antiochei<br />

nel testo spingono infatti in altre direzioni (v. Kroll (1903), p. 552-597; Barwick (1963), p.<br />

35), fino a lasciar pensare che nel De oratore si assiste ad una sorta di giustapposizione di<br />

testi di diversa ispirazione, se non al tentativo da parte di Cicerone di conciliare gli<br />

insegnamenti dei suoi due maestri academici (v. Michel (1960), p. 83 ; Michel (1971)). La<br />

questione viene del resto complicata dal ruolo giocato da Aristotele all'interno del duplice<br />

processo di recupero della retorica e formulazione di uno 'scetticismo' metodologico<br />

probabilista. Il problema è stato ben individuato da Long (1995), p. 54, il quale approfondisce<br />

il discorso dell'autorità di Aristotele in relazione e in antagonismo rispetto a quella di Platone,<br />

di cui è invece universalmente nota, oggi come ieri, l'ostilità nei confronti di un certo tipo di<br />

retorica.<br />

In generale si noterà però che il riferimento ad Aristotele viene integrato nei testi ciceroniani<br />

omettendo di approfondire l'eventuale antagonismo filosofico tra lo stagirita e il suo maestro<br />

(in un'unica occasione il portavoce di Antioco Varrone ricorda il trattamento riservato da<br />

Aristotele alla teoria delle Idee, v. T. 41 = Ac.libri I, 34-35, Contesto). Cicerone nel passo in<br />

oggetto sembra accogliere nella sostanza il principio storiografico di matrice antiochea, che<br />

insiste sull'esistenza di una linea di continuità tra la tradizione academica e la tradizione<br />

peripatetica, verosimilmente apprezzandone in particolare il potenziale ermeneutico-filosofico<br />

ai fini dell'integrazione della retorica all'interno del discorso filosofico 353 .<br />

In conclusione si noterà che la ricerca ciceroniana del punto di saldatura tra l'eloquenza e la<br />

filosofia e sopratutto delle sue possibilità di attuazione pratica nel contesto romano<br />

contemporaneo lo spinge a riconsiderare il potenziale della tradizione academica da un angolo<br />

353 Cfr. Weische (1961) ; Michel (1971), p. 185.<br />

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