UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

questo contesto il metodo di discussione in utramque partem viene presentato
come caratteristico della modalità di ricerca e approssimazione al vero dell'istanza
academica. In particolare è da notarsi l'uso del verbo 'elicere' e i suoi connotati
all'interno della retorica riformata di Cicerone, v. Fin. II, 2: "Is (scil. Socrates)
enim percotendo atque interrogando elicere solebat eorum opiniones quibuscum
disserebat, ut ad ea quae ii respondissent si quid videtur diceret";
La combinazione del contra omnia, come qualificazione dello 'scetticismo'
academico visto dall'esterno, e dell' in utramque partem disserere, come metodo
complessivo della ricerca filosofica, potrebbe legittimamente costituire il tratto
originale della descrizione ciceroniana dell'istanza academica da lui seguita,
ovvero della ricerca sempre rinnovata del 'probabile / piqanÒn' 338 . In particolare
questa combinazione di aspetti sembra costituire una risposta alternativa al
tentativo di distinguere nettamente tra l'esercizio Aristotelio more della dissertatio
in utramque partem e il contra omne attribuito a Arcesilao e Carneade, il quale da
una parte attribuisce ai filosofi academici uno 'scetticismo' epistemologico
radicale, assimilabile del resto alla pratica sofistica gorgiana che si vanta di saper
confutare qualsiasi tesi gli venga proposta, dall'altra tende ad attribuire alla tecnica
dell'argomentazione doppia un retaggio nobile aristotelico, del tutto indipendente
dallo 'scetticismo', v. De orat. III, 80; Fin. V, 10. L'emancipazione della tecnica in
utramque partem dalla tradizione 'scettica' e sofistica, in virtù del riferimento
aristotelico, può essere ragionevolmente attribuito all'agenda di Antioco
d'Ascalona, in ragione della sua presenza all'interno del V libro del De finibus;
Antioco avrebbe in questo modo cercato un pedigree alternativo rispetto a quello
'scettico' 339 per una pratica di cui intendeva egli stesso avvalersi 340 . La risposta di
Cicerone consisterebbe allora, non nel contestare il riferimento di Antioco, ma di
integrarlo all'interno di una rinnovata descrizione del suo 'scetticismo'
metodologico. La sua produzione filosofica è infatti complessivamente
esemplificativa della combinazione del contra dicere all'interno dell' in utramque
338 v. Bett (1989); Glucker (1995).
339 A proposito dell'associazione disputatio in utramque partem – Academia 'scettica' sia sufficiente pensare a
Carneade e al fatto che nel mondo romano egli era innanzitutto associato al doppio discorso a favore e contro
la giustizia. Il resoconto del doppio discorso di Carneade veicola del resto un'immagine del filosofo
academico che non permette di distinguerlo da un qualsiasi sofista. A maggior ragione Cicerone sarebbe
dunque contento di accogliere il retaggio aristotelico del metodo che egli adotta come academico. Quanto
invece il metodo aristotelico può aver storicamente influenzato il metodo scettico presentato da Cicerone
come carneadeo? Esiste davvero all'interno dell'argomentazione in utramque partem di Carneade la ricerca di
una certa 'resistenza' rispetto ai fatti, o, in termini vagamente aristotelici, di accordo con i fenomeni
dell'esperienza? (Ruch (1969), p. 331). La questione ha dei risvolti particolarmente complessi e meriterebbe
di essere trattata per esteso (v. Bett (1989), pp. 59-94; Görler (1992), p. 165 ss.) ;
340 Lévy (1992a), pp. 321-322.
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