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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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al mondo della natura, in particolare al mondo degli animali 599 . Tuttavia sulla base<br />

dei testi di Aristotele a noi parvenuti risulta difficile attribuire ad Aristotele una<br />

formulazione completa della premessa naturalistica del discorso etico, condivisa in<br />

vario modo da numerose istanze filosofiche del periodo ellenistico.<br />

È chiaro inoltre che Aristotele e il Peripato venivano associati a una posizione etica<br />

in cui a fianco della virtù morale altri elementi figurano tra le cose considerate 'beni'.<br />

Di conseguenza la stessa posizione si trova attribuita in egual misura anche ai filosofi<br />

academici e dunque anche a Polemone. Tuttavia non viene affrontato in questo<br />

contesto il problema dello statuto subordinato o strumentale delle altre categorie di<br />

beni rispetto alla virtù, né nell'ambito dell'etica peripatetica, che aveva elaborato una<br />

tripartizione orizzontale dei beni dell'anima, del corpo ed esterni, né nell'ambito<br />

dell'etica academica, dove verosimilmente la gerarchia tra le varie categorie di beni<br />

veniva definita inequivocabilmente a vantaggio della virtù morale. Le due posizioni<br />

vengono invece fuse insieme in base alla comune convergenza nell'attribuire uno<br />

statuto positivo (e non indifferente) ad oggetti esterni rispetto all'intenzione del<br />

soggetto morale. Il sigillo della fusione teorica è visibile nell'uso delle espressioni<br />

"prima naturae (commoda)" / "quae primae natura conciliet" / "quae secundum<br />

naturam sunt" (T. 39 = Luc. 131-132; T. 40 = Luc. 138-139; T. 44 = Fin. IV, 14-15),<br />

per designare le varie categorie di beni. Attraverso questo tipo di espressioni infatti si<br />

mascherano le traccie sia della tripartizione peripatetica, sia della gerarchia<br />

academica, ottenendo un'efficace apparenza di uniformità.<br />

Il ricorso al nome di Aristotele deve essere dunque verosimilmente inteso in senso<br />

ampio, come capo della scuola peripatetica, più che come un riferimento stretto,<br />

implicante un punto preciso di dottrina. La coincidenza tra Polemone e Aristotele<br />

allora si attuerebbe, eventualmente, su un piano teorico generale: nella comune<br />

compatibilità con un certo naturalismo etico.<br />

Cfr. T. 36 = De orat. III, 67 : nihil ab Aristotele...magnopere dissenserunt; T. 42 =<br />

Fin. II, 32-34 : Polemoni et iam ante Aristoteli ea prima visa sunt quae paulo ante<br />

dixi.<br />

599 v. Prost (2001), pp. 249-251.<br />

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