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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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inoltre introdotto una terminologia speciale per questa categoria di elementi per spiegare<br />

come essi possono effettivamente assumere un 'valore' all'interno di una scelta pratica:<br />

l'essere di qualcosa kata£ fu/sin o para£ fu/sin lo rende di fatto prohgme/non o<br />

a)poprohgme/non, nel momento in cui l'uomo si trovi effettivamente a scegliere come<br />

orientarsi nel mondo (v. Fin. III, 51-52). Fornire dunque una lista di oggetti designati come<br />

ta£ kata£ fu/sin ha perfettamente senso all'interno delle due teorie, per quanto gli esiti<br />

teorici siano diametralmente opposti: in ambito stoico ta£ kata£ fu/sin determina il<br />

contenuto (di per sé neutro) di una scelta pratica, mentre in ambito peripatetico definisce<br />

cumulativamente il fine della vita umana. L'espressione greca ta£ prw=ta kata£ fu/sin<br />

aggiunge poi alla nozione di 'conformita' naturale di certi elementi piuttosto che altri la<br />

nozione di 'primarietà', alludendo così al principio del discorso etico per cui le prime<br />

manifestazioni naturali vengono considerate indice fondamentale della direzione in cui va<br />

ricercato anche il fine della vita dell'uomo. Questo valore aggiunto rende in un certo senso<br />

problematico l'uso della nozione nella ricostruzione della dottrina stoica, poiché, come si è<br />

visto fa già parte della strategia critica prima carneadea e poi anche antiochea spingere la<br />

posizione stoica ad ammettere un'allineamento dottrinale con il peripato su quali siano i<br />

'primi oggetti di appetizione naturale'; Ci sono invece ragioni per pensare che gli stoici<br />

come premessa del discorso etico si limitassero a sottolineare che la condizione di<br />

possibilità di ogni appetizione è il principio unico di oi)kei/wsij, o conformità naturale a se<br />

stessi (Fin. III, 16; v. T. 42 : Fin. II, 34-35, Contesto). Qualora si ammetta allora che ogni<br />

qualvolta il testo ciceroniano impiega espressioni come prima naturae, prima naturalia,<br />

etc. in realtà si può supporre l'omissione della preposizione kata/ e quindi l'occultamento<br />

del concetto di ta£ prw=ta kata£ fu/sin, 100 si perde la possibilità di differenziare<br />

filosoficamente i contesti in cui Cicerone ricorre alla preposizione secundum, per rendere<br />

inequivocabilmente l'espressione prw=ta kata£ fu/sin, [v. Fin. V, 18: "...quae prima<br />

secundum naturam nominant, proficiscuntur, in quibus numerant incolumitatem<br />

conservationemque omnium partium, valetudinem, sensus integros, doloris vacuitatem,<br />

viris, pulchritudinem, cetera generis eiusdem, quorum similia sunt prima in animis quasi<br />

virtutum igniculi et semina"; Fin. V, 20: "fruendi rebus iis, quas primas secundum<br />

naturam esse diximus, Carneades defensor disserendi causa fuit"; Fin. V, 45: "Utrum enim<br />

sit voluptas in iis rebus quas primas secundum naturam esse diximus necne sit..."] e quelli<br />

100 Questo è quello che fa ad esempio Poncelet (1957), p. 109, anche nel caso dell'espressione 'prima a natura data' di<br />

Fin. II, 34-35 = T.?, per cui de Vogel (1953), pp. 294-300, tra gli altri, attribuisce a Polemone l'uso del concetto ta£<br />

prw=ta kata£ fu/sin.<br />

xlvii

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