UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

μάλιστ' εὐδαίμων), a seconda di quanto numerosi siano i rispettivi legami di
necessità con il contesto esterno. Indicativo dell'esistenza di una gerarchia e dunque
di gradi diversi di autarchia è l'uso del superlativo in passaggi come: EE 1244 b 4;
1244 b 11;
Si veda inoltre EN 1177 a 28 – 1177 b 1: ἥ τε λεγομένη αὐτάρκεια περὶ τὴν
θεωρητικὴν μάλιστ' ἂν εἴη· τῶν μὲν γὰρ πρὸς τὸ ζῆν ἀναγκαίων καὶ
σοφὸς καὶ δίκαιος καὶ οἱ λοιποὶ δέονται, τοῖς δὲ τοιούτοις ἱκανῶς
κεχορηγημένων ὁ μὲν δίκαιος δεῖται πρὸς οὓς δικαιοπραγήσει καὶ μεθ' ὧν,
ὁμοίως δὲ καὶ ὁ σώφρων καὶ ὁ ἀνδρεῖος καὶ τῶν ἄλλων ἕκαστος, ὁ δὲ
σοφὸς καὶ καθ' αὑτὸν ὢν δύναται θεωρεῖν, καὶ ὅσῳ ἂν σοφώτερος ᾖ,
μᾶλλον· βέλτιον δ' ἴσως συνεργοὺς ἔχων, ἀλλ' ὅμως αὐταρκέστατος.
Si stabilisce nel passo una gerarchia d'autarchia interna alle virtù: se il coraggio, la
giustizia e la saggezza pratica hanno bisogno di un rapporto con l'esterno per
esercitarsi e dunque diventano αὐταρκέj soltanto se ἱκανῶς κεχορηγημένων, la
sapienza del pensiero puro è superiore in questo rispetto alle altre virtù e αὐταρκέj
al massimo grado.
Per questo motivo la vita contemplativa diventa il più accreditato candidato per
rappresentare la vita felice, alla cui ricerca va tutta la discussione etica aristotelica
(EN 1177 b 19-25). Se non fosse che proprio il margine di differenza che intercorre
tra il concetto assoluto di autarchia e una qualunque delle sue applicazioni
nell'ambito umano implica che anche l'attività più perfetta, rappresentata in questo
frangente dalla vita teoretica, non è assolutamente autarchica e necessita dunque di
alcune condizioni di base per realizzarsi. L'uomo necessita di buone condizioni per
esercitare la sua capacità ad esser felice e la natura non provvede da sé a procurare
tutto ciò che è necessario alla vita teoretica: EN 1178 b 34: Δεήσει δὲ καὶ τῆς
ἐκτὸς εὐημερίας ἀνθρώπῳ ὄντι· οὐ γὰρ αὐτάρκης ἡ φύσις πρὸς τὸ
θεωρεῖν, ἀλλὰ δεῖ καὶ τὸ σῶμα ὑγιαίνειν καὶ τροφὴν καὶ τὴν λοιπὴν
θεραπείαν ὑπάρχειν.
Aristotele argomenta inoltre che non sono necessarie molte cose per la vita del
saggio; compone in ultima istanza un elogio della condizione moderata, ma ciò non
toglie che venga chiaramente ribadito il principio per cui μὴ ἐνδέχεται ἄνευ τῶν
ἐκτὸς ἀγαθῶν μακάριον εἶναι·
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