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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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etici dello stoicismo dal punto di vista del platonico Tauro. Non si tratta in alcun<br />

modo di una ripetizione di contenuti genuinamente stoici, i quali sarebbero stati<br />

verosimilmente posti in bocca ad un interlocutore interno alla scuola 447 , ma di una<br />

particolare ri-scrittura dell'etica stoica da parte di istanze esterne, di cui è<br />

testimone anche Cicerone. Come premessa alla sua esposizione, Tauro dice<br />

esplicitamente che "cum Stoicis non bene convenire vel cum Stoica potius; est<br />

enim pleraque et sibi et nobis incongruens, sicut libro, quem super ea re<br />

composuimus, declaratur". Inoltre puntualizza che lo stile da lui adottato sarà<br />

"indoctius et apertius" rispetto a quello "sinuosius atque sollertius" degli Stoici,<br />

garantendosi così un ampio margine di libertà nel riformulare le dottrine stoiche.<br />

Il tocco del filosofo platonico è riconoscibile nell'attribuzione esplicita del<br />

concetto di ta£ prw=ta kata£ fu/sin agli antichi : "quae a veteribus philosophis ta£<br />

prw=ta kata£ fu/sin appellata sunt: ut omnibus scilicet corporis sui commodis<br />

gauderet, ab incommodis omnibus abhorreret"; ma anche nell'insistenza sul<br />

conflitto tra la ragione e gli istinti passionali : "Pugnat autem cum his semper et<br />

exultantis eas opprimit obteritque et parere sibi atque oboedire cogit". Entrambi<br />

gli elementi spingono la dottrina stoica in direzioni difficilmente accettabili dal<br />

punto di vista dello stoicismo delle origini: v. e.g. "recens natus homo inbutus est<br />

et voluptati quidem natura conciliatus";<br />

In conclusione, da uno studio delle occorrenze dell'espressione in greco risulta<br />

evidente che 1) l'uso del concetto di ta£ prw=ta kata£ fu/sin non è equivalente a<br />

ta£ kata£ fu/sin (i. B. 2), e 2) esso deriva verosimilmente non dalle elaborazioni<br />

teoriche dei padri fondatori dello stoicismo, ma dalle evoluzioni terminologiche<br />

incoraggiate dal dibattito intra-scolastico nel periodo ellenistico.<br />

Nel corpus di testi filosofici di Cicerone un calco latino del concetto greco si trova<br />

in due passaggi entrambi nell'ultimo libro del De finibus:<br />

1) Fin. V, 18: "...quae prima secundum naturam nominant, proficiscuntur, in<br />

quibus numerant incolumitatem conservationemque omnium partium,<br />

valetudinem, sensus integros, doloris vacuitatem, viris, pulchritudinem, cetera<br />

generis eiusdem, quorum similia sunt prima in animis quasi virtutum igniculi et<br />

447 Contro questo argomento v. Gellius, Noctes Atticae IX 5, 8: « Taurus autem noster, quotiens facta mentio<br />

Epicuri erat, in ore atque lingua habebat verba haec Hieroclis Stoici, viri sancti et gravis »; cfr. Giusta<br />

(1964-1967), vol. I, p. 174.<br />

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