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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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tradizione classica ed è stato per un tempo considerabilmente lungo il testo canonico della<br />

filologia in questo ambito. Il metodo impiegato nei Doxographi Graeci rappresenta<br />

un'applicazione – all'epoca avanguardistica – del metodo scientifico generalmente<br />

impiegato nello studio della tradizione manoscritta e storicamente (anche se non del tutto<br />

legittimamente) associato al nome del classicista tedesco Karl Lachmann 118 . La produzione<br />

di prove filologiche cogenti nello studio della tradizione storiografica analizzata da Diels<br />

passa dunque per l'applicazione del metodo sinottico, il quale inserisce sistematicamente i<br />

testi presi in considerazione in una relazione di dipendenza stemmatica, esattamente come<br />

succede nello studio delle varianti manoscritte di un testo. L'adozione di un tale metodo si<br />

ripercuote evidentemente sul tipo di risultati raggiunti dalla ricerca sui testi dossografici.<br />

In base ad esso, infatti, la qualità delle informazioni contenute nei testi viene valutata in<br />

rapporto alla vicinanza del testo rispetto al (presunto) archetipo. Le aggiunte posteriori o<br />

gli elementi di orginalità chiaramente individuabili in un testo diventano così l'equivalente<br />

di una glossa accessoria di un copista, se non un'interferenza nociva alla ricostruzione del<br />

testo originario.<br />

Lo stesso metodo e la stessa fiducia nella scientificità dei suoi risultati si ritrova nello<br />

studio di Michelangelo Giusta, I dossografi di etica (1964-1967), volto ad estendere il<br />

campo di indagine inaugurato da Diels ai testi antichi che si occupano di etica. I testi presi<br />

in considerazione da Giusta provengono principalmente dalle Vite di Diogene Laerzio, dal<br />

De Finibus e dalle Tusculanae disputationes di Cicerone, dalle Eclogae di Giovanni<br />

Stobeo, dal De Platone et eius dogmate di Apuleio e dal Didaskalikos di Alcinoo. Giusta<br />

ritiene di poter mostrare particolari analogie tra questi testi, tali da dimostrare la loro<br />

rispettiva dipendenza da una medesima fonte. L'analisi si rivolge principalmente ad<br />

analogie di tipo strutturale riscontrate nella successione degli argomenti all'interno dei testi<br />

presi in considerazione. Giusta esclude che tali analogie di ordinamento siano spiegabili in<br />

base alle consuetudini del genere letterario a cui i testi appartengono, e ritiene opportuno<br />

postulare, come già Diels, l'esistenza di un testo archetipo, i Vetusta Placita di etica 119 , da<br />

cui, secondo dinamiche specifiche, ogni testo attingerebbe i suoi materiali.<br />

Secondo l'ipotesi di Giusta, inoltre, la successione degli argomenti di una qualunque delle<br />

dossografie etiche prese in considerazione ricalcherebbe lo schema diairetico associato al<br />

nome di Eudoro di Alessandria, filosofo academico, la cui opera era oggetto di grande<br />

118 v. Timpanaro (1963), dove si dimostra che il 'metodo di Lachmann' non è di fatto stato inventato da Lachmann e<br />

venne oltretutto impiegato dal classicista tedesco in modo incongruo.<br />

119 v. Giusta (1964-1967), vol. I, cap. III, pp. 191 ss.<br />

lvi

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