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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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Volendo allora impiegare la distinzione dei due tipi di oi)kei/wsij spesso adottata<br />

dalla critica 406 , si può notare che se il verbo commendare si presta grosso modo ad<br />

esprimere la oi)kei/wsij affettiva pro£j e)auto/n, conciliare continua a coprire il<br />

campo della oi)kei/wsij selettiva pro£j tou£j e(te/rouj.<br />

L'impiego nella formula in oggetto di concetti generalmente associati con lo<br />

stoicismo (honeste vivere = kalw=j zh=n; conciliare = oi)keiou=n; res quas primas<br />

natura conciliet = ta£ prw=ta kata£ fu/sin) ha portato spesso la critica a dubitare<br />

della genuina paternità vetero-academica della formula. Più corretto sarebbe<br />

considerarla come un'interpretazione di Antioco delle dottrine degli antichi a cui si<br />

aggiunge una coloritura stoica (v. Giusta (1964-1967), vol. I, p. 85; et alii).<br />

Tuttavia, poiché tutto il discorso di Cicerone nel Lucullus tende a delegittimare<br />

l'autorità di Antioco, ci sono ragioni per pensare che Cicerone non avrebbe perso<br />

l'occasione per smascherare la retroproiezione di teorie stoiche nell'Academia<br />

antica nell'interpretazione di Antioco se la cosa fosse stata possibile. Cicerone non<br />

si fa scrupolo a denunciare l'anacronismo dell'impiego dell'autorità degli antichi<br />

filosofi nella disputa epistemologica (v. T. 38 = Luc. 113) e sulla questione<br />

dell'imperturbabilità del saggio (v. Luc. 135: "Sed quaero quando ista fuerint<br />

Academia vetere decreta, ut animum sapientis commoveri et conturbari<br />

negarent (...)"). Sarebbe dunque ragionevole aspettarsi uguale rigore critico se<br />

l'attribuzione all'Academia antica della formula qui esaminata non fosse<br />

quantomeno credibile.<br />

– et vetus Academia censuit: la frase attribuisce all'antica academia la<br />

formula del fine "honeste vivere fruentem rebus iis quas primas homini natura<br />

conciliet". Si noti che con vetus Academia si fa qui verosimilmente riferimento al<br />

gruppo composto da Speusippo, Senocrate, Polemone, Cratete e Crantore (v.<br />

Ac.libri I 34-35 = T. 41), separato da Aristotele e i peripatetici, menzionati a parte<br />

subito di seguito.<br />

Censēre: verbo tecnico della dossografia diafonica : v. Luc. 131 = T. 39:<br />

“Voluptatem autem et honestatem finem esse Callipho censuit: vacare omni<br />

406 cfr. Inwood (1983), pp. 191-201; Inwood (1984), p. 154 sg e 165; Inwood (1985), p. 185 sgg; Annas (1993),<br />

p. 260 sgg ; Alesse (2007), p. 37. La distinzione è reperibile nel testo )Hqikh£ stoixei/wsij (col. IX, 1-11, 354-<br />

355 Bastianini-Long) di Ierocle, esponente dello stoicismo più tardo, v. Isnardi Parente (1989) ; Alesse<br />

(2008).<br />

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