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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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• Il celebre teorema detto di Pitagora sul triangolo rettangolo (il quadrato<br />

costruito sull’ipotenusa è equivalente alla somma dei quadrati costruiti<br />

sui cateti);<br />

• La costruzione dei poligoni regolari;<br />

• I problemi di applicazione delle aree (serie di problemi che traducono<br />

geometricamente le equazioni di primo e secondo grado).<br />

• Gli irrazionali<br />

I pitagorici studiarono, con particolare interesse, i poligoni e i solidi regolari;<br />

il pentagono e la stella pentagonale a cinque punte pare che avessero<br />

affascinato talmente tanto il grande maestro che li pose come simbolo della<br />

scuola.<br />

La fama del filosofo si diffuse in tutta la Magna Grecia, fino a Roma. La<br />

sua figura divenne leggendaria e venerata dai discepoli come quella di un dio.<br />

Sul piano scientifico, non siamo in grado di attribuire a Pitagora teorie<br />

precise. Le dottrine astronomiche della scuola furono forse sviluppate dai suoi<br />

discepoli. Il teorema che porta il suo nome si deve ad altri, anche se forse<br />

Pitagora ne conosceva il significato.<br />

Legati alla casta sacerdotale, i pitagorici acquistarono un rilevante peso<br />

politico nelle polis italiche. La tradizione racconta che, a Crotone, nel corso di<br />

una sommossa popolare, venne incendiata la casa dove erano riuniti i maggior<br />

esponenti della setta. Riuscirono a salvarsi solo Archippo e Liside. Pitagora<br />

si era ritirato a Metaponto, dove era morto prima della rivolta.<br />

Secondo una diversa versione dell’accaduto, egli, assente alla riunione,<br />

riuscì a fuggire a Metaponto, dove morì verso il 497-490 a.C.<br />

Astensione dalle fave e vegetarismo<br />

Una versione della morte di Pitagora è collegata alla nota idiosincrasia del<br />

filosofo e della sua Scuola per le fave: non solo si guardavano bene dal mangiarne,<br />

ma evitavano accuratamente ogni tipo di contatto con questa pianta.<br />

Secondo la leggenda, Pitagora stesso, in fuga dagli scherani di Cilone di Crotone,<br />

preferì farsi raggiungere ed uccidere piuttosto che mettersi in salvo attraverso<br />

un campo di fave. A proposito di questo divieto pitagorico di cibarsi<br />

di fave, Giovanni Sole nel libro Pitagora e il tabù delle fave ne dà un’interpretazione<br />

fisica e una spirituale. La prima è collegata al favismo che secondo<br />

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