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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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3. il grado di questa equazione algebrica finale determina i mezzi geometrici<br />

con cui si poteva eseguire la costruzione geometrica richiesta: per<br />

equazioni di secondo grado bastano rette e cerchi, per quelle di terzo e<br />

quarto grado erano adatte le sezioni coniche.<br />

Oltre a questo metodo a Descartes va il merito di aver sviluppato il formalismo<br />

algebrico al punto che La géometrie è il più antico testo matematico che uno<br />

studente di algebra odierno potrebbe leggere senza incontrare difficoltà nella<br />

notazione. Descartes usava le prime lettere dell’alfabeto per indicare i parametri<br />

e le ultime per indicare le incognite, utilizzava i simboli ‘+’ e ‘-’ e una<br />

particolare notazione esponenziale per le incognite (potenza e radice quadrata).<br />

C’è però una importante differenza concettuale: mentre noi concepiamo i<br />

parametri e le incognite come numeri, Descartes li concepiva come segmenti.<br />

Egli però rompeva con la tradizione greca in questo aspetto: infatti invece di<br />

considerare, per esempio x 2 e x 3 come un’area e un volume rispettivamente,<br />

li interpretava anche essi come segmenti.<br />

La costruzione geometrica delle radici di equazioni di secondo grado<br />

Nel I libro, Descartes fornisce dettagliate istruzioni sul modo di costruire<br />

geometricamente le soluzioni delle equazioni di secondo grado. Infatti una<br />

volta che nella risoluzione di un problema si è giunti ad un’equazione, poi si<br />

può ancora dare alla soluzione un’interpretazione geometrica.<br />

Per l’equazione z2 = az + b2 , per esempio, dall’algebra si sa che<br />

�<br />

��<br />

�<br />

�a � �<br />

2<br />

�<br />

z = a<br />

2 ±<br />

2<br />

+ b 2<br />

Descartes procedeva con il dare la costruzione per z nel modo seguente:<br />

tracciava un segmento LM di lunghezza b e da L innalzava un segmento<br />

NL uguale ad a<br />

2 e perpendicolare a LM. Con centro in N costruiva un cerchio<br />

di raggio a<br />

2 e tracciava la retta passante per M e N e intersecante il cerchio<br />

nei punti O e P. Si notava quindi il triangolo rettangolo LMN dove MN per<br />

il Teorema di Pitagora è uguale a MN = � (LN 2 + LM 2 ��� � �<br />

a 2<br />

) = 2 + b2 .<br />

Quindi z=OM=ON+MN= a<br />

2 +<br />

��� � �<br />

a 2<br />

2 + b2 era il segmento cercato che rappresentava<br />

geometricamente la soluzione. (Descartes trascurava la radice PM<br />

dell’equazione perché era “falsa” cioè negativa).<br />

284<br />

.

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