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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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della storia 9 .<br />

Il papiro di Ahmes 10 contiene una descrizione del modo di svolgere questa<br />

delicata operazione. La strategia da seguire era simila a qualle usata per la<br />

moltiplicazione, salvo includere nella lista i sottomultipli del denominatore; la<br />

()<br />

notazione usata per indicare 1/n era n, che noi indicheremo con ¯n 11 . Vediamo<br />

un esempio: 19/8<br />

2 16<br />

¯2 4<br />

¯4 2<br />

¯8 1 allora: (16 + 2 + 1)/8 = 2 + ¯4 + ¯8.<br />

Come possiamo vedere da questo esempio gli scribi dell’antico Egitto avevano<br />

una predilezione per le frazioni unitarie, tanto che cercavano sempre di scomporre<br />

tutte le frazioni a frazioni unitarie, ad esempio 2 1 1 3 1 1<br />

5 = 3 + 15 o 8 = 4 + 8 .<br />

Non è chiaro perché amassero tanto questa forma e non scrivessero semplice-<br />

mente 2<br />

5 come ¯5 + ¯5, possiamo supporre che ritenessero la frazione unitaria<br />

un concetto particolarmente semplice oltre che comodo da scrivere nella loro<br />

notazione12 .<br />

I Babilonesi risolvevano il problema scrivendo tutti numeri in base 60, compresi<br />

i multipli di 60−1 e 60−2 , esattamente come facciamo attualmente per ore,<br />

minuti e secondi o gradi, primi e secondi. Con questo sistema molte divisioni<br />

risultavano più semplici, ad esempio 35<br />

24 = 35 ∗ (2 ∗ 60−1 + 30 ∗ 60−2 ) che scriveremo<br />

come 35 ∗ (0, 2, 30) = 1, 27, 30. Anche in questo modo non è possibile<br />

eseguire tutte le divisioni, comunque questo metodo permette di eseguire le<br />

divisioni in molti casi, visto che la base usata ha un grande numero di divisori;<br />

9 anche se il problema si può presentare in molti casi molto semplici, non sembra possibile<br />

darne una definizione insiemistica indipendente dalle tre definizioni precedenti (ossia bisogna<br />

dare una definizione del tipo: trova c t.c. b · c = a).<br />

10 o anche papiro di Rhind, è un papiro trascritto dallo scriba Ahmes verso il 1650 a.C. da un<br />

papiro più antico (2000-1800 a.C.), fu (a seconda delle fonti) ritrovato/acquistato/trafugato<br />

dall’antiquario scozzese Henry Rhind nel 1858.<br />

11 una notazione simile (1/n = n ′ ) era usata dai greci di età ellenistica, la notazione attuale<br />

a<br />

b<br />

è stata introdotta da Diofanto nel IV secolo a.C., anche se numeratore e denominatore<br />

erano invertiti.<br />

12 ovviamente non intendiamo indicare i matematici dell’epoca come arretrati o poco intelligenti,<br />

dato che il metodo, seppure appaia scomodo e incomprensibile a un matematico<br />

odierno, è corretto. Questo è solo un esempio di come la matematica (come tutte le opere<br />

umane) tenda più a seguire una tradizione che a interrogarsi sull’ottimalità e sulla coerenza<br />

delle scelte compiute; si veda ad es. il caso di Ippaso di Metaponto, condannato a morte<br />

dai pitagorici per aver svelato l’incommensurabilità della diagonale del quadrato rispetto al<br />

lato, ossia l’irrazionalità di √ 2.<br />

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