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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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predecessori e che era il suo vanto anche all’interno dell’Ecole, le definizioni di<br />

alcuni concetti elementari erano però lasciate a complesse spiegazioni discorsive,<br />

in cui si intuiscono le definizioni rigorose date dai matematici successivi.<br />

Possiamo vedere a tal proposito la definizione di limite:<br />

allorché i valori successivamente assunti da una stessa variabile si avvicinano<br />

indefinitamente ad un valore fissato, sì da differirne alla fine tanto poco<br />

quanto si vorrà, quest’ultima quantità è chiamata il limite di tutte le altre<br />

la sua definizione di funzione continua f sull’intervallo [a, b] è quella per<br />

cui ∀x ∈ [a, b] il limite di f(x + α) con α che tende a zero è f(x). Definisce<br />

inoltre le serie convergenti e, con rammarico, poiché non era riuscito a costruire<br />

una teoria solida, deve annotare che le serie divergenti non hanno somma.<br />

Compie anche un errore piuttosto importante: un suo teorema diceva che la<br />

sommatoria infinita di funzioni continue era continua. Abel successivamente<br />

trova un controesempio nella serie di seni:<br />

+∞ �<br />

n=1<br />

sin(nx)<br />

n<br />

= sin(x) + sin(2x)<br />

2<br />

+ sin(3x)<br />

3<br />

+ · · ·<br />

Il secondo corso che tiene all’Ecole è ’Le Calcul Infinitésimal’ in cui tenta<br />

di dare delle fondamenta più solide all’analisi rispetto a quelle presentate nei<br />

lavori di Lagrange. Lagrange infatti credeva di aver ’dimostrato’ il ’teorema’<br />

di Taylor, il cui enunciato per lui asseriva che ogni funzione derivabile infinite<br />

volte era esprimibile mediante la serie di Taylor della funzione stessa.<br />

Il controesempio che trova Cauchy è il famoso e 1<br />

x 2 che per x = 0 ha le derivate<br />

di ogni grado nulle. Cambierà quindi l’enunciato del teorema e inserirà il<br />

famoso resto integrale nella forma di Cauchy.<br />

Le definizioni importanti in questo testo sono sicuramente quella di derivata<br />

come limite del rapporto incrementale e di primitiva come operazione<br />

inversa di derivata. L’integrale per lui era il limite della somma dell’area dei<br />

rettangoli approssimanti l’area sottesa dalla funzione, ma, a differenza della<br />

moderna definizione di Riemann, per lui gli intervalli avevano passo costante<br />

e non variabile come nel caso Riemanniano.<br />

il risultato più importante, e allo stesso tempo completo e rigoroso, di questo<br />

testo è però la definizione di problema di Cauchy e la dimostrazione dell’unicità<br />

della soluzione, che quindi apre la strada alla ricerca ed allo studio rigoroso<br />

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