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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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ente cosiddetta dell’intuizionismo, una delle principali scuole di filosofia della<br />

matematica del XIX secolo.<br />

Nei primi anni di insegnamento di ruolo conobbe Hilbert (1962-1943). I loro<br />

rapporti non furono mai buoni, per via delle differenti idee riguardo i fondamenti<br />

della matematica. I due diedero vita ad una controversia pubblica che,<br />

nel 1928, causò addirittura l’espulsione di Brouwer dalla redazione dei Mathematische<br />

Annalen, a cui entrambi lavoravano. Questa delusione provocò un<br />

rallentamento nella produzione di Brouwer ed egli un po’ alla volta si isolò<br />

relativamente; lo sviluppo dell’intuizionismo venne lasciato al suo studente<br />

Arend Heyting (1898-1980). Morì nel 1966.<br />

18.2.1 La filosofia di Brouwer<br />

Attraverso gli scritti di Brouwer si possono individuare due diverse fasi del<br />

suo pensiero.<br />

Nella prima fase, come si vede dalla sua tesi di dottorato del 1907 e dalla<br />

sua opera Life, art and Mysticism, si realizzò lo sviluppo della sua filosofia,<br />

caratterizzato dal misticismo e dalla sfiducia nel linguaggio: “Il primo atto<br />

dell’intuizionismo separa la matematica dal linguaggio matematico, in particolare<br />

dal linguaggio descritto dalla logica e riconosce che la matematica è<br />

essenzialmente un’attività alinguistica della mente che ha origine nella percezione<br />

del cambiamento del tempo”. Il misticismo di Brouwer consisteva in<br />

un’assoluta tendenza all’interiorità: egli era convinto infatti che fosse l’unica<br />

maniera per avere serenità, mentre diffidava di tutto ciò che era rivolto verso<br />

l’esterno. Per lo stesso motivo non erano possibili i rapporti interpersonali,<br />

basati sul linguaggio verbale, mezzo non affidabile.<br />

Il secondo atto dell’intuizionismo di Brouwer ebbe inizio nel 1918 e a differenza<br />

del primo è più costruttivo: “[il] secondo atto dell’intuizionismo [...] riconosce<br />

la possibilità di generare nuove entità matematiche: in primo luogo sotto<br />

forma di successioni che proseguono all’infinito p1, p2,..., i cui termini sono<br />

scelti più o meno liberamente tra entità matematiche già costruite, [...]; in<br />

secondo luogo sotto forma di specie matematiche, [...]”. Nei suoi ultimi scritti<br />

Brouwer arriva anche ad accettare il linguaggio matematico, ma non allo scopo<br />

di garantire la sua esattezza: la verità e la certezza della matematica stanno<br />

nell’atto mentale interiore, il linguaggio matematico è solamente un sostegno<br />

alla memoria.<br />

Secondo lo studioso, la conoscenza avviene non attraverso il ragionamento,<br />

ma attraverso un percorso della coscienza dall’interiorità verso il mondo ester-<br />

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