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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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all’esposizione: infatti, considerando i risultati da me ottenuti in Ein Beitrag<br />

zur Mannigfaltigkeitslehre (Crelles Journal, vol. 84, p. 242), grazie ai quali<br />

figure piane, spaziali e n-dimensionali in genere vengono messe in relazione<br />

univoca con insiemi lineari di punti, si poteva supporre fin dall’inizio che la<br />

maggior parte delle proprietà e relazioni riscontrabili negli insiemi lineari di<br />

punti fossero dimostrabili, con qualche ovvia modificazione, anche per insiemi<br />

di punti contenuti in un continuo piano, spaziale o n-dimensionale. Ora però<br />

vorrei presentare queste generalizzazioni in modo più esplicito, dato che non<br />

solo sono interessanti di per sé e per le loro applicazioni alla teoria delle funzioni,<br />

ma ci danno anche nuove prospettive da cui studiare gli insiemi lineari<br />

di punti.<br />

Per cominciare subito con una di tali generalizzazioni, il concetto di derivata<br />

con i suoi diversi ordini, caratterizzabili non solo mediante numeri interi finiti<br />

ma anche, in certe circostanze, mediante simboli infinitari rigorosamente determinati,<br />

può essere senz’altro esteso agli insiemi di punti che incontriamo in<br />

domini continui n-dimensionali. Tale concetto si basa sulla nozione di punto<br />

limite di un insieme di punti P dato, nozione definita dal fatto che in ogni<br />

intorno, per quanto piccolo, del punto in questione esistono punti di P diversi<br />

da esso; è indifferente, poi, che il punto limite appartenga anch’esso a P oppure<br />

no.<br />

È stato C. Weierstrass il primo a enunciare e dimostrare in tutta la sua<br />

generalità, e a sfruttare nel modo più ampio in teoria delle funzioni, il teorema<br />

che ogni insieme di punti formato da infiniti elementi ed esteso su un dominio<br />

n-dimensionale continuo e finito ha almeno un punto limite.<br />

La classe di tutti i punti limite di un insieme P forma un nuovo insieme di<br />

punti P ′ , diverso in generale da P, che io chiamo derivata prima di P. Iterando<br />

finitamente o anche infinitamente questa costruzione concettuale si ottengono,<br />

con una dialettica dotata di una sua precisa necessità, i vari concetti di derivata<br />

di ordine superiore. In questo contesto ci si presenta sempre un fenomeno<br />

al quale non è difficile trovare un fondamento, cioè che ogni derivata, a eccezione<br />

della prima, è contenuta come parte nelle precedenti compresa P ′ , cioè<br />

la prima, mentre l’insieme P dato inizialmente contiene in genere punti del<br />

tutto diversi da quelli delle sue derivate. Anche il concetto dell’essere ovunque<br />

denso, che inizialmente avevamo preso in esame solo per gli insiemi di punti<br />

lineari, può essere senz’altro esteso a insiemi di dimensionalità superiore: per<br />

l’esattezza, un insieme di punti P dato in un dominio continuo n-dimensionale<br />

A sarà detto ovunque denso in a, dove a è un sotto dominio di A, se ogni<br />

sottodominio continuo a ′ di a con lo stesso numero di dimensioni di a contiene<br />

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