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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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La leggenda, abbastanza diffusa in Cina, sulla nascita del quadrato magico<br />

è la seguente: l’imperatore-ingegnere Yu il Grande venne aiutato a governare<br />

l’impero da due animali di origine soprannaturale, emersi dalle acque, che egli<br />

soltanto era riuscito a controllare, i quali gli offrirono due grafici o diagrammi.<br />

Il primo animale fu un cavallo-drago nato dalle acque del Fiume Giallo, che gli<br />

regalò il Ho Thu (il diagramma del Fiume), scritto in caratteri verdi, mentre<br />

il secondo, uscito dal Fiume Lo, era una tartaruga che gli regalò il Lo Shu (il<br />

diagramma del fiume Lo), scritto in rosso.<br />

I quadrati magici nell’<strong>antica</strong> Cina attiravano l’interesse di illustri matematici<br />

come oggetti di studio stimolanti. Il loro fascino era accresciuto non<br />

solo dal richiamo estetico ma anche dall’associazione con la divinazione e l’occulto<br />

ed erano impressi sugli arredi sacri come talismani. Avevano anche un<br />

forte significato filosofico: l’equilibrio in natura delle due forze complementari<br />

rappresentate dai numeri pari e dispari. Infatti il quadrato magico per eccellenza<br />

è quello rappresentato nell’esempio soprastante, dove anche la somma<br />

tra numeri pari e dispari è uguale (se si esclude il 5).<br />

Vennero introdotti in Cina anche i cerchi magici: ogni cerchio deve avere<br />

quattro numeri sulla propria circonferenza e un numero al centro e la somma<br />

di ogni gruppo deve essere costante.<br />

Interessante e curioso è l’incoraggiamento al lettore presente in un manoscritto<br />

in cui viene spiegata la costruzione dei quadrati magici fino all’undicesimo<br />

ordine:<br />

“Non rinunciare perché l’ignoranza non si accorda con quest’arte<br />

. . . come l’innamorato, non puoi sperare di ottenere successo senza<br />

un’infinita costanza”.<br />

2.2.7 Risoluzione di equazioni<br />

Le equazioni di primo grado erano presentavano molte difficoltà nei tempi<br />

antichi, in quanto prive di un adeguato simbolismo che aiutasse nei procedimenti.<br />

Per risolverle i Cinesi ricorsero ad un metodo piuttosto macchinoso che<br />

possiamo leggere all’interno del Jiuzhang Suanshu. Questa regola fu trasmessa<br />

in Europa grazie agli arabi e venne chiamata metodo della falsa posizione.<br />

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