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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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Come era capitato alcuni anni prima a Ruffini, la scoperta di Abel, che prenderà<br />

appunto il nome di Teorema di Abel-Ruffini, venne ignorata da grandi<br />

matematici come Cauchy. Lo stesso Abel scrisse:<br />

“Ogni principiante trova grande difficoltà a farsi notare qui. Ho<br />

appena terminato un ampio trattato su una certa classe di funzioni<br />

trascendenti [...] ma il signor Cauchy non si è neanche degnato di<br />

dargli un’occhiata”.<br />

Dobbiamo infatti ricordare che a quell’epoca lo sbocco naturale per un buon<br />

matematico era l’insegnamento universitario e Abel, giovanissimo, non aveva<br />

ancora trovato un posto in alcuna università.<br />

Le ricerche del matematico norvegese vennero pubblicate tra 1827 e 1828; nel<br />

1829 Abel morì di tubercolosi e due giorni dopo la sua scomparsa pervenne<br />

una lettera con la quale si comunicava che era stato nominato professore di<br />

matematica all’Università di Berlino.<br />

Nonostante la breve e travagliata vita il matematico norvegese trovò l’“anello<br />

mancante” alla dimostrazione di Ruffini: quest’ultimo aveva considerato solo<br />

funzioni razionali delle radici, quando esse sarebbero potute essere irrazionali,<br />

ma allora anche i valori ottenuti permutando le radici x1, x2, ...xn sarebbero<br />

risultate espressioni irrazionali di queste.<br />

Tale questione venne risolta grazie al<br />

Teorema di Abel: Se un’equazione è risolubile algebricamente, si può sempre<br />

dare alla radice una forma tale che tutte le funzioni algebriche di cui è<br />

composta possano esprimersi mediante funzioni razionali delle radici dell’equazione<br />

proposta.<br />

11.2.4 Gli scarabocchi di Galois<br />

Uno dei motivi che non consentono a Lagrange di ottenere maggiori risultati<br />

sulla risoluzione delle equazioni algebriche di grado superiore al quarto è<br />

quello di aver trascurato gli “ambienti” dove collocare i coefficienti e le radici<br />

di un’equazione algebrica. Questa idea fondamentale, intravista da Ruffini e<br />

Abel, costituisce il punto di partenza di Évariste Galois (1811-1832), il quale<br />

considera il campo di razionalità di un’equazione, ossia il campo i cui elementi<br />

si ottengono dai coefficienti dell’equazione attraverso le quattro operazioni<br />

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