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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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corpo a quattro dimensioni in cui veniva meno la proprietà associativa del<br />

prodotto.<br />

11.3.3 Hamilton<br />

Prima di soffermarci sui contributi algebrici del matematico irlandese sir<br />

William Rowan Hamilton (1805-1865) ricordiamo che lavorò anche su altri<br />

campi di ricerca. Particolarmente interessante è il concetto di temporal step<br />

ossia di “intervallo di tempo”, descritto nel lungo articolo del 1835 intitolato<br />

Theory of coniugate functions, or algebra couples; with a preliminary and<br />

elementary essay on algebra as the science of pure time. I concetti di tempo<br />

“puro”, del prima e del dopo e della simultaneità e l’idea di una progressione<br />

continua e indefinita dal passato attraverso il presente verso il futuro erano<br />

per Hamilton frutto del “pensiero, o intuizione o forma della mente umana”,<br />

in cui si potevano scorgere i principi dell’algebra.<br />

Egli conferì alla nozione di tempo la caratterizzazione di ente algebrico, a cui<br />

assegnare regole come, ad esempio, una relazione d’ordine: data una coppia<br />

di momenti (A, B) possiamo dire A < B, o A > B o A = B a seconda che il<br />

momento A preceda, segua o concida con il momento B.<br />

Egli introdusse poi una relazione di analogia fra le coppie di momenti che<br />

corrispondeva all’intuizione di uguali intervalli di tempo. In questo modo il<br />

concetto di numero intero era definito da Hamilton mediante una relazione su<br />

coppie analoghe di temporal steps, che traduceva l’idea intuitiva di successione<br />

di uguali intervalli di tempo a partire da un momento iniziale arbitrariamente<br />

scelto.<br />

Gli interi erano poi da Hamilton detti positivi o contrapositivi (negativi) a<br />

seconda che gli intervalli di tempo fossero presi in una direzione o nell’altra<br />

dell’ordinamento temporale secondo l’intuizione naturale. Con argomenti incompleti<br />

ma moderni Hamilton costruiva poi, a partire dagli interi, il campo<br />

dei numeri “frazionari” e con assai più difficoltà costruiva i numeri reali e introduceva<br />

delle operazioni su di essi.<br />

Quello di Hailton fu il primo serio passo verso l’aritmetizzazione dell’analisi<br />

e la costruzione assiomatica dei numeri reali.<br />

Dalla metà del Cinquecento era nota, per merito di Bombelli, l’unità immaginaria<br />

i, ossia quel numero tale che i 2 = −1. Nel 1835 Hamilton concepì per<br />

la prima volta l’idea di estendere la costruzione di C a partire da R, esibendo<br />

i numeri complessi come coppie ordinate di reali e definendo un opportuno<br />

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