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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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Si noti che dalla bilinearità e dalle regole 3) il prodotto risulta essere associativo.<br />

L’applicazione da H in R 4 che ad un quaternione q = a + bi + cj + dk associa<br />

le sue coordinate (a, b, c, d) è un isomorfismo di spazi vettoriali. Pertanto possiamo<br />

scrivere q = a + bi + cj + dk = (a, v) dove a ∈ R è detta componente<br />

scalare, mentre v = (b, c, d) ∈ R 3 è detta componente vettoriale. Con questa<br />

notazione si ha:<br />

q1 + q2 = (a1, v1) + (a2, v2) = (a1 + a2, v1 + v2)<br />

q1 ∗ q2 = (a1a2 − v1 · v2, a1v2 + a2v1 + v1 × v2)<br />

¯q = (a, −v)<br />

||q|| 2 = a 2 + ||v|| 2<br />

dove con · e × denotiamo l’usuale prodotto scalare e vettoriale rispettivamente<br />

così definiti: dati v1 = b1i + c1j + d1k e v2 = b2i + c2j + d2k<br />

v1 · v2 = b1b2 + c1c2 + d1d2;<br />

⎛<br />

⎞<br />

⎜<br />

v1 × v2 = ⎝<br />

c1d2 − c2d1<br />

⎟<br />

d1b2 − b1d2⎠<br />

b1c2 − b2c1<br />

Questo aspetto ci fa osservare il legame tra il prodotto tra quaternioni e i<br />

prodotti vettoriale e scalare tra vettori. La descrizione vettoriale e alcune<br />

altre proprietà dei quaternioni permettono di dimostrare che ogni rotazione<br />

dello spazio tridimensionale può essere considerata come un prodotto di tre<br />

particolari quaternioni. In questo modo la ricerca di Hamilton di rappresentare<br />

lo spazio così come i complessi facevano per il piano veniva risolta. Infatti ogni<br />

quaternione q di norma unitaria può essere scritto in modo unico nella forma<br />

q = (cos ϑ, sin ϑu) con angolo ϑ ∈ [0, π] e u ∈ S 2 , dove S 2 è la sfera unitaria,<br />

cioè u ∈ R 3 e ||u|| = 1.<br />

Si può mostrare quindi che ogni quaternione q di norma unitaria rappresenta<br />

un elemento di SO(3), gruppo speciale delle rotazioni di R 3 , e cioè si ha che i<br />

quaternioni descrivono attraverso il prodotto di al più tre elementi le rotazioni<br />

dello spazio. Era proprio questo l’obiettivo di Hamilton.<br />

Poco tempo dopo Frobenius (1849-1917) dimostrò il seguente teorema:<br />

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