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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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“fondiamo la teoria dei numeri contenuti in I, cioè di tutti i numeri<br />

interi del corpo K sul seguente nuovo concetto: un sistema A di<br />

infiniti numeri contenuti in I si chiama un ideale se soddisfa le due<br />

condizioni seguenti:<br />

1. la somma e la differenza di due qualunque numeri di A sono<br />

ancora numeri appartenti ad A;<br />

2. ogni prodotto di un numero di A e di un numero di I è ancora<br />

un numero di A.”<br />

In termini odierni un ideale di un anello è un sottogruppo additivo dell’anello,<br />

chiuso per il prodotto per elementi dell’anello. Un ideale è detto principale se<br />

è generato da un solo elemento. Una volta definito il prodotto di due ideali A e<br />

B, è possibile anche dire che I divide J se esiste un ideale K tale che J = IK.<br />

Si noti che la divisibilità degli ideali è strettamente connessa all’inclusione.<br />

Diremo che<br />

(m) ⊆ (n), n|m;<br />

cioè l’ideale generato da m è contenuto nell’ideale generato da n se e solo se<br />

n divide m.<br />

Questa proprietà è particolarmente chiara nell’anello degli interi. Ad esempio<br />

si ha che (2) è l’ideale generato da 2 e quindi contiene tutti i suoi multipli,<br />

mentre (4) contiene tutti i multipli di 4. Diciamo che 2 divide 4 perché è un<br />

suo divisore, d’altra parte (4) ⊆ (2) perché tutti i multipli di 4 sono anche<br />

multipli di 2, ma 6 è un esempio di multiplo di 2 che non è multiplo di 4,<br />

quindi 6 ∈ (2) ma 6 /∈ (4).<br />

Per ideale primo si intende un ideale che ha come divisori solo se stesso e<br />

l’unità: I è primo se ab ∈ I allora a ∈ I o b ∈ I. Questo permette di<br />

giungere ad un teorema che afferma che ogni ideale può essere fattorizzato in<br />

maniera unica nel prodotto di ideali primi; questo teorema è chiaramente una<br />

generalizzazione dell’analogo teorema di fattorizzazione per i numeri interi(da<br />

notare che non vale l’unicità della fattorizzazione).<br />

La novità fondamentale di Dedekind risiede nel fatto che le sue definizioni sono<br />

astratte, cioè basate su proprietà essenziali e non su relazioni con particolari<br />

rappresentazioni o descrizioni.<br />

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