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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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a quel mondo, l’anima e le idee hanno dunque una natura affine. È in questa<br />

somiglianza che Platone trova le risposte alla domanda sulla natura della conoscenza:<br />

essa non dipende dai sensi quali la vista, l’udito, l’olfatto, il tatto,<br />

ma è sempre conoscenza di idee che soltanto l’anima può raggiungere, essendo<br />

della loro stessa natura; solo l’anima conosce.<br />

Ora, però, come è possibile che l’anima ottenga la conoscenza delle verità<br />

ideali quando è immersa nel corpo e nella realtà dei sensi? La risposta platonica<br />

consiste nel dire che l’anima, ancora prima di incarnarsi, ha vissuto una<br />

vita divina nel mondo delle idee e ha potuto conoscere tutti gli esempi perfetti<br />

delle cose, ossia le idee, forme eterne e universali. Quando poi si è incarnata<br />

in un corpo, ha conservato un ricordo sbiadito di quelle verità, che si risveglia<br />

a contatto con le cose sensibili di questo mondo. Questa e’ la celebre dottrina<br />

della reminiscenza, che rappresenta il cuore della teoria platonica della conoscenza.<br />

Cerchiamo ora di capire come tutta questa teoria si ripercuota nello<br />

studio della matematica.<br />

Platone aveva osservato che i veri oggetti della matematica non sono le<br />

figure che i matematici disegnano più o meno precisamente, benchè nessuno<br />

abbia mai visto un vero cerchio o un vero quadrato; la matematica non tratta<br />

delle rappresentazioni più o meno adeguate del quadrato astratto che esse<br />

cercano di riprodurre. Scrive infatti Platone nella Repubblica: “I matematici<br />

usano modelli visibili e costruiscono su di essi delle dimostrazioni, ma l’oggetto<br />

dei loro ragionamenti non sono quei modelli bensì le realtà che essi rappresentano.<br />

Ad esempio il quadrato e la diagonale in quanto tali, e non il particolare<br />

quadrato e la particolare diagonale di un disegno.”<br />

In generale, ciò che accomuna figure dello stesso tipo è la loro forma, l’idea.<br />

Poichè, inoltre, le idealizzazioni delle figure geometriche posseggono una<br />

perfezione che le loro rappresentazioni concrete non possono avere, si può dedurre<br />

che le idee sono indipendenti e che vivono in un mondo parallelo a quello<br />

sensoriale, che Platone chiama Iperuranio. Le idee geometriche non sono solamente<br />

ciò che diverse rappresentazioni di una stessa figura hanno in comune,<br />

esse hanno una loro esistenza indipendente. Nell’iperuranio ad esempio c’è il<br />

cerchio astratto di cui i cerchi concreti non sono altro che proiezioni e così per<br />

tutte le figure geometriche. Le idee matematiche hanno dunque un rapporto<br />

di metessi e parusia con le loro rappresentazioni, ossia un cerchio è tale perchè<br />

partecipa all’idea di cerchio e, viceversa, l’idea perfetta del cerchio si manifesta<br />

nel disegno di un cerchio.<br />

Platone riconosceva notevole importanza alla matematica; incluse aritmeti-<br />

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