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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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si trova un’approssimazione sorprendente: 3.14159265358979323846 < Π <<br />

3.14159265358979323847).<br />

Di fatto l’approssimazione π = 3 venne utilizzata fino al XIX secolo, perché<br />

considerata pratica per i calcoli e forse anche per l’importanza simbolica del<br />

numero 3.<br />

2.2.12 Infinito<br />

Dalle definizioni geometriche che abbiamo riportato nel paragrafo precedente<br />

sorge spontaneo chiederci se i cinesi avessero qualche concetto di infinito<br />

e come considerassero questo problema. Tale discussione nacque quando arrivò<br />

in Cina, per influenza indiana, una prima idea di infinito.<br />

Leggiamo in questo passo del XII sec d.C. la risposta che i matematici<br />

cinesi diedero a tale problema:<br />

“Oggi anche i ragazzi apprendono la matematica dai manuali stampati<br />

buddistici che trattano il conteggio di numeri enormi di granelli<br />

di sabbia acciocché il loro numero non possa essere conosciuto.<br />

. . Ma come possono i Buddha conoscere le risposte là dove non<br />

ci sono numeri definiti e nessun principio preciso? Ciò che è vago<br />

ed oscuro non può aver nulla a che fare con questioni riguardanti il<br />

numero e la misura. Siano i numeri grandi oppure piccoli, i problemi<br />

si possono tutti risolvere e le risposte formulare chiaramente.<br />

Solo le cose che vanno oltre la forma o il numero non possono essere<br />

indagate. Come può esservi matematica oltre la forma e il<br />

numero?”<br />

Questa citazione è probabilmente sufficiente per comprendere come il problema<br />

dell’infinito non sussistesse nella cultura cinese.<br />

Concludiamo qui il veloce e non esaustivo percorso sulla matematica cinese,<br />

in quanto gli sviluppi successivi di cui abbiamo testimonianza sono dovuti<br />

anche alla pesante influenza della matematica indiana e araba.<br />

2.3 La matematica in India<br />

Le prime testimonianze di una civiltà indiana risalgono al 3500 a.C.; dai<br />

reperti archeologici si può affermare che si trattava di una società con un alto<br />

livello di organizzazione, con città rifornite da comunità agricole che coltivavano<br />

principalmente orzo e grano e allevavano bestiame. Lo sviluppo urbano era<br />

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