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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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4.3 Platone<br />

Platone, nato ad Atene nel 427 a.C. da famiglia agiata, è stato uno dei<br />

pensatori più influenti della storia e a cui dobbiamo buona parte della filosofia<br />

occidentale. Fu discepolo di Socrate, compì molti viaggi, soprattutto in Sicilia,<br />

e, di ritorno da uno di questi, nel 387 a.C. fondò l’Accademia, la più grande<br />

istituzione culturale dell’ <strong>antica</strong> Grecia, che verrà chiusa nove secoli dopo, nel<br />

529 d.C., dall’imperatore Giustiniano.<br />

Sebbene Platone non abbia dato personalmente alcun notevole contributo<br />

specifico alla matematica dal punto di vista prettamente tecnico, l’Accademia<br />

fu il centro dell’attività matematica di quel tempo, tanto che sulla porta di<br />

ingresso della scuola era scritto il motto: “Non entri chi non è geometra”. Il<br />

suo entusiasmo per la matematica lo rese famoso non come matematico, ma<br />

come “creatore di matematici”. L’alta considerazione in cui Platone teneva<br />

la matematica non gli derivava da Socrate, che di essa si era scarsamente<br />

interessato: colui che convertì Platone alla mentalità matematica fu l’amico<br />

pitagorico, nonchè tiranno di Taranto, Archita.<br />

Platone sosteneva l’esistenza di qualcosa di assoluto ed universalmente valido<br />

e che la ragione premesse di coglierlo. Se, infatti, questo qualcosa non<br />

esistesse, allora non vi potrebbe essere alcuna conoscenza sicura e non resterebbe<br />

che l’opinione sensibile, come sostenevano i sofisti. Noi però abbiamo<br />

conoscenza di essenze che non hanno alcun riscontro nella realtà sensibile e<br />

che quindi non possono derivare dall’esperienza. Tali sono, ad esempio, i concetti<br />

matematici e i giudizi etici. Bisogna perciò ammettere una forma di<br />

realtà diversa da quella delle cose sensibili: una realtà immateriale, universale,<br />

immutabile ed eterna. Questa realtà è costituita dalle idee (dal greco<br />

eidos, forma). Emerge dunque una netta distinzione tra il mondo delle idee e<br />

il mondo delle cose, chiamato in filosofia dualismo ontologico.<br />

Le idee non sono uniche e Platone le classifica in tre tipologie:<br />

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