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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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possibilità da parte della materia di subire un cambiamento, ad esempio il<br />

legno può diventare sedia. L’atto, invece, indicava l’esistenza stessa dell’oggetto,<br />

ossia la cosa nella sua presenza attuale e concreta, ad esempio la sedia<br />

su cui adesso sono seduto. Secondo gli aristotelici l’infinito esisteva solo in potenza,<br />

non in atto. Prendiamo ad esempio l’insieme dei poligoni iscritti nella<br />

circonferenza:<br />

Questo è evidentemente un insieme illimitato, nel senso che per ogni poligono<br />

con un numero arbitrariamente grande di lati, esiste un poligono successivo<br />

con lati ancora più piccoli che a sua volta non coinciderà con la circonferenza<br />

ma ammetterà dopo di sè un ulteriore poligono: è proprio la definizione di<br />

Aristotele, l’infinito è qualcosa al di là del quale si trova sempre qualcos’altro.<br />

Allo stesso modo in cui l’apeiron, l’illimitato, non ammette alcun termine finale,<br />

ma solo un infinito sviluppo, l’insieme dei poligoni non può comprendere<br />

un termine conclusivo che coincida con la circonferenza.<br />

Teeteto (V secolo a.C.) fu forse il primo matematico a caratterizzare i<br />

numeri naturali. Egli stabilì che, a partire dall’uno, ogni numero ha un unico<br />

successore e che ogni successore è ancora un numero. Queste due proprietà<br />

sono oggi note come il secondo e il quinto assioma di Peano. Inoltre sapeva<br />

che questa serie è infinita e che tutti i numeri sono compresi in questa serie.<br />

Il processo di contare è un altro esempio di infinito in potenza, non sarà mai<br />

possibile vederlo come processo in atto; lo stesso Aristotele scriveva “Il numero<br />

è infinito in potenza, ma non in atto”. Euclide riuscì a dimostrare che anche<br />

il sottoinsieme dei numeri naturali formato dai numeri primi è infinito ed<br />

Eratostene fornì un metodo per trovarli tutti.<br />

I Greci continuarono comunque a rifiutare l’idea di un infinito in atto e a<br />

collegare all’infinito un’idea di imperfezione.<br />

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