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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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6.3.9 Il libro dei lemmi<br />

Quest’opera non ci è giunta dall’originale greco, ma da una traduzione<br />

araba. Il sospetto è che, come purtroppo spesso avveniva durante le ricopiature,<br />

al testo siano state aggiunte osservazioni di altri, come si deduce anche<br />

dal fatto che spesso si parla di Archimede in terza persona. Rimane, comunque,<br />

un’opera molto importante. Infatti in essa si vede come Archimede, pur<br />

essendo interessato a risultati molto generali, fosse affascinato da problemi e<br />

strumenti dell’uso quotidiano; vengono descritti e analizzati l’arbelos (cioè il<br />

coltello del calzolaio) e la saliera, affiancati da problemi molto più complessi<br />

quali la trisezione dell’angolo generico. Da queste osservazioni della vita quotidiana,<br />

Archimede traeva spunto per inventare le sue ingegnose macchine ed<br />

elaborare i suoi metodi di analisi.<br />

6.3.10 Problema dei buoi<br />

Anche per quest’opera vi sono dei dubbi sull’autenticità, di certo essa risale<br />

a pochi decenni prima della sua morte. Il Problema dei buoi era una sfida<br />

lanciata ai matematici, cui si chiedeva di risolvere un sistema di equazioni<br />

indeterminate a otto incognite; bisognava cioè determinare il numero di buoi e<br />

di mucche di quattro colori diversi. Ci fu qualche ambiguità nella formulazione<br />

del problema, ma forse servirebbe un volume di oltre 600 pagine per esprimere<br />

i valori delle otto incognite contenute in una delle soluzioni possibili.<br />

6.3.11 Stomachion<br />

È l’equivalente dell’attuale tangram (gioco di origine orientale) che consiste<br />

in un puzzle composto da vari pezzi geometrici con i quali comporre varie<br />

figure. Anche in questo caso, Archimede partì da quello che può sembrare<br />

un semplice gioco per effettuare i suoi studi scientifici. Ne approfittò, infatti,<br />

per determinare le aree delle varie parti delle figure. Varie testimonianze<br />

indicano, inoltre, che il nostro studioso cercò di capire in quante e quali combinazioni<br />

diverse potevano essere assemblati i singoli pezzi di carta per formare<br />

un quadrato. Ecco un esempio dell’attuale tangram:<br />

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