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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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interlocutore su alcuni risultati matematici ottenuti (per esempio aveva provato<br />

che il volume dell’unghia cilindrica è 1/6 del volume del cubo):<br />

“Ti ho precedentemente inviato alcuni dei teoremi da me trovati,<br />

scrivendo di essi gli enunciati e invitandoti a trovare le dimostrazioni,<br />

che non avevo ancora indicate...”<br />

Successivamente lo scienziato esprimette al bibliotecario il contenuto più<br />

profondo della sua opera:<br />

“Vedendoti poi, come ho detto, diligente ed egregio maestro di<br />

filosofia, e tale da apprezzare anche nelle matematiche la teoria che<br />

[ti] accada [di] considerare, decisi di scriverti e di esporti nello stesso<br />

libro le caratteristiche di un certo metodo mediante il quale ti sarà<br />

data la possibilità di considerare questioni matematiche per mezzo<br />

della meccanica”.<br />

In questa opera, Archimede descrisse il metodo d’indagine che gli permise<br />

di giungere alle sue maggiori scoperte matematiche e fisiche. È interessante<br />

notare che Archimede spiegò esplicitamente, che si devono usare metodi empirici<br />

e anche non rigorosi per scoprire i teoremi che poi verranno effettivamente<br />

dimostrati con metodi più rigorosi (per esempio il metodo di esaustione). Infatti,<br />

per usare il metodo di esaustione, bisogna prima sapere cosa si vuole<br />

dimostrare, quindi è necessario che esso sia preceduto da uno studio meno<br />

rigoroso, ma più capace di “scoprire come stanno le cose”. Come al solito,<br />

anche quest’opera è estremamente ricca. Introduce, infatti, metodi di calcolo<br />

integrale ed infinitesimale, che solo nel secolo XVII saranno sviluppati e diverranno<br />

patrimonio dell’analisi matematica, ad opera di Newton e Leibniz.<br />

Archimede studiò il volume e la superficie delle figure geometriche attraverso<br />

l’idea intuitiva di dividerle “in un numero infinito di sezioni infinitamente piccole”.<br />

In tal modo egli arrivò a a scoprire molte formule per aree e volumi di<br />

figure complesse. Vediamo come si articolava il pensiero di Archimede: ogni<br />

figura veniva da lui ipotizzata come composta di elementi infinitesimali, linee<br />

rette nel caso di figure piane e superfici nel caso di solidi. Dunque il triangolo<br />

e il segmento parabolico sono composti da corde parallele, il cilindro, la sfera<br />

e il cono da sezioni circolari parallele, e analogamente per altre figure. In<br />

ogni figura il numero degli elementi è infinito sebbene Archimede non lo disse<br />

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