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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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Lobačevskij aveva quindi intuito che c’è un legame tra geometria euclidea<br />

e geometria immaginaria (iperbolica) e che quest’ultima è il “limite” della<br />

prima.<br />

Lobačevskij non ottenne la notorietà che si aspettava, così pubblicò nel<br />

Journal una traduzione francese di Geometria immaginaria nel 1837 e poi un<br />

volume in tedesco, Ricerche geometriche sulla teoria delle parallele nel 1840,<br />

allo scopo di far conoscere le sue teorie anche all’estero.<br />

Con l’uscita del volume in tedesco di Lobačevskij la delusione di Bolyai, i cui<br />

meriti non furono mai riconosciuti, toccò l’apice. A causa di questo malessere<br />

egli non pubblicò più alcun lavoro.<br />

Tale volume trovò un attento lettore anche in Gauss, il quale, in una lettera<br />

a Schumacher del 1846, scriveva: “[...]Sono stato indotto di recente a rivedere<br />

l’opuscolo di Lobačevskij. Contiene i fondamenti di quella geometria che dovrebbe,<br />

e a rigore potrebbe, aver luogo se la geometria euclidea non fosse vera.<br />

Un certo Schweikart la chiamò geometria astrale. Lobačevskij geometria immaginaria.<br />

Lei sa che già da 54 anni ho le stesse convinzioni. Materialmente<br />

non ho trovato nulla di nuovo nell’opera di Lobačevskij, ma lo sviluppo è fatto<br />

per una via diversa da quella che ho seguito io[...]”.<br />

Nel 1855, un anno prima di morire, Lobačevskij pubblicò in lingua russa e<br />

francese la sua ultima opera, Pangeometria, che rappresentava una sintesi delle<br />

sue vedute nel campo della geometria generica, di cui quella euclidea era<br />

solo un caso particolare.<br />

Nel 1867 fu pubblicata postuma un’opera di Riemann (1826-1866), scritta<br />

nel 1854. In quest’opera, Riemann gettava le basi di una geometria totalmente<br />

nuova, detta geometria riemanniana, in cui il problema del parallelismo non<br />

si pone nemmeno, sostituendo il concetto di retta con quello metrico di curva<br />

geodetica, ossia il percorso di minor distanza tra due punti. In quest’ottica, la<br />

geometria euclidea è la geometria naturale del piano.<br />

Riemann disse che bisogna distinguere tra illimitato e infinito (e infatti secondo<br />

lui, lo spazio era illimitato, ma non infinito). Con questa distinzione<br />

fondamentale si affacciava la possibilità, completamente sfuggita ai geometri<br />

precedenti, ed esplorata poi da Klein (1849-1925) a partire dal 1871, di una<br />

geometria non-euclidea in cui viene meno non solo il V postulato, ma anche il<br />

II (che implica l’infinità della retta).<br />

Klein diede il nome di geometria iperbolica e geometria ellittica rispetti-<br />

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