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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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Il Siddhanta Shiromani è un trattato astronomico e comprende molte teorie<br />

che non si trovano in opere precedenti. Dimostra come Bhaskara avesse<br />

una profonda padronanza della trigonometria, incluse la tavola del seno e le relazioni<br />

fra le diverse funzioni trigonometriche. In particolare, Bhaskara parve<br />

più interessato alla trigonometria di per sé stessa rispetto ai suoi predecessori,<br />

che la vedevano solo come strumento per il calcolo. Fra i molti risultati<br />

interessanti ottenuti da Bhaskara, compaiono per la prima volta le regole che<br />

oggi chiamiamo regole del seno e del coseno per la somma e la differenza di<br />

due angoli. Le sue ricerche non erano per nulla inferiori all’opera di Newton<br />

di cinque secoli successiva, a parte il fatto che, a quanto pare, Bhaskara non<br />

comprese l’utilità delle sue ricerche e perciò molti storici della matematica in<br />

genere trascurarono i suoi risultati rilevanti. Lo studio dell’astronomia nelle<br />

opere di Bhaskara si basa su un sistema solare eliocentrico, precedentemente<br />

proposto da Aryabhata, in cui i pianeti seguono un’orbita ellittica intorno<br />

al Sole, e sulla legge di gravità descritta da Brahmagupta nel VII secolo. I<br />

contributi di Bhaskara all’astronomia comprendono precisi calcoli basati su<br />

questo sistema. Uno di questi è il calcolo dell’anno siderale, ovvero il tempo<br />

impiegato dalla Terra per orbitare intorno al Sole, di 365, 2588 giorni; il valore<br />

accettato oggi è di 365, 2596, con la differenza quindi di un solo minuto.<br />

Il Lilavati è il trattato più noto scritto da Bhaskara; in questa opera sono<br />

contenute le soluzioni e alcune considerazioni su diversi problemi tratti da<br />

Brahmagupta e da altri matematici precedenti. Gli argomenti sono piuttosto<br />

vari: equazioni determinate e indeterminate, progressioni aritmetiche e geometriche,<br />

numeri irrazionali, terne pitagoriche; vi è enunciato il teorema del<br />

valor medio (teorema di Rolle).<br />

Dopo Bhaskara la matematica in India non fece ulteriori progressi: gli<br />

studiosi successivi al 1200 si accontentarono principalmente di riprendere in<br />

mano e commentare le opere dei matematici precedenti. L’unica piccola e limitata<br />

zona che sembra sfuggire a questa tendenza è il Kerala, stato dell’India<br />

meridionale che vide, tra il XIV e il XVII secolo, un forte sviluppo dell’astronomia<br />

e della matematica. Attorno al 1600, con l’arrivo degli Inglesi, gli<br />

Indiani entrarono infine in contatto con la matematica moderna proveniente<br />

dall’Europa.<br />

2.3.5 Il sistema di numerazione<br />

I numeri indiani più antichi, chiamati Kharosthi si trovano in iscrizioni<br />

risalenti al III secolo a.C.: si utilizzava il principio ripetitivo, con simboli<br />

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