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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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grado superiore al 5 ◦ è la memoria Réflexions sur la résolution algébrique des<br />

équations, presentata all’Accademia di Berlino il 1770. Più che le Meditationes<br />

di Waring o l’articolo di Vandermonde, furono le Réflexions a influenzare in<br />

misura determinante i successi vi sviluppi della teoria delle equazioni.<br />

Lagrange cambiò il modo di affrontare il problema passando da un approccio<br />

a posteriori ad un approccio a priori. Fino ad allora si era sempre cercato<br />

di applicare i metodi risolutivi già trovati per le equazioni di 3 ◦ e 4 ◦ grado<br />

alle equazioni di grado superiore o uguale a 5, ottenendo risolventi di gradi<br />

maggiori del grado del problema di partenza. Nelle Réflexions troviamo invece<br />

scritto:<br />

“In questa memoria mi propongo invece di esaminare i differenti<br />

metodi trovati finora per la risoluzione algebrica delle equazioni, di<br />

ridurli a dei principi generali e di far vedere a priori perché questi<br />

metodi funzionano per il terzo e quarto grado, e vengono meno per<br />

i gradi successivi”.<br />

Lagrange esaminava quindi il caso delle equazioni di terzo e quarto grado,<br />

giungendo alla conclusione che tutti portavano alla considerazione delle equazioni<br />

risolventi, i cui coefficienti si possono esprimere razionalmente per mezzo<br />

dei coefficienti dell’equazione proposta e il cui grado era minore del grado dell’equazione<br />

proposta.<br />

Nemmeno Lagrange giunse quindi ad una soluzione al problema, ma lo affronto<br />

in maniera più critica, cercando di comprendere il più possibile i meccanismi<br />

che avevano portato alle formule di Cardano e Ferrari e spostando l’attenzione<br />

sulla teoria delle permutazioni delle radici. Nonostante la sua intima convinzione<br />

dell’impossibilità di trovare una soluzione per le equazioni di grado 5<br />

e superiori, lasciò aperta la questione, dal momento che “questa applicazione<br />

richiede un numero troppo grande di ricerche e di combinazioni il cui successo<br />

è assai dubbio” per potersi impegnare in una simile impresa. Era sufficiente<br />

per lui aver posto “i fondamenti di una teoria che ci pare nuova e generale”.<br />

Lagrange stabiliva poi numerosi e importanti teoremi delle funzioni razionali<br />

delle radici di un’equazione, le radici n-esime dell’unità e il grado delle equazioni<br />

risolventi, tra cui il risultato fondamentale che “tutte le funzioni simili<br />

delle radici di una stessa equazione sono necessariamente date da equazioni<br />

dello stesso grado”. Più semplicemente le funzioni delle radici che hanno lo<br />

stesso comportamento rispetto alle permutazioni delle radici stesse sono date<br />

da equazioni dello stesso grado e tale grado sarà n! oppure un sottomulti-<br />

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