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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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6.4.3 Macchinari bellici<br />

Archimede, sebbene mai si sia vantato dei sui risultati in questo campo, è<br />

noto anche per le sue macchine da guerra che permisero ai siracusani di dare<br />

del filo da torcere al potente esercito romano durante il famoso “Sacco di Siracusa”.<br />

L’esito della battaglia tra romani e siracusani, sarebbe stata scontata<br />

e rapida senza l’aiuto dello studioso. L’assedio, che sarebbe dovuto durare 5<br />

giorni, in realtà si prolungò di molti anni. I romani, che attaccavano sia via<br />

terra che via mare, possedevano fionde, balestre e la “sambuca” (una torre di<br />

legno che, posta sulle navi a ridosso delle città, permettevano di scavalcare le<br />

mura cittadine). I siracusani, però, riuscirono a contrastarli, grazie a potenti<br />

macchine quali la “catapulta”, perfezionata da Archimede e munita di ruote,<br />

con la quale scagliavano enormi pesi per affondare le navi, anche se molto lontane.<br />

Massi di spropositata grandezza venivano lanciati dalla sommità delle<br />

colline grazie ad appositi sistemi di leve per annientare l’esercito di terra. Abbiamo<br />

una testimonianza diretta dell’efficacia di queste potentissime macchine<br />

da guerra, lasciataci da Plutarco nella “Vita di Marcello”. Gli assediati gettavano,<br />

sui nemici romani, proiettili di ogni sorta, dalle pietre all’olio bollente.<br />

Ad Archimede si attribuiscono altri due macchinari bellici: la “Manus Ferrea<br />

” e gli “specchi ustori ”. Il primo consisteva in un artiglio meccanico in grado<br />

di ribaltare le imbarcazioni nemiche e spezzarle al centro.<br />

I secondi erano grandi lamine concave di bronzo che erano in grado di concentrare<br />

i raggi solari e bruciare a distanza le navi romane. L’idea alla base<br />

della costruzione degli specchi ustori è quella di usare una superficie riflettente<br />

che raggruppa in un punto (detto fuoco) i raggi che raggiungono l’intera area<br />

(concetto anche alla base delle centrali solari). Tutto ciò permetterebbe di<br />

incendiare un materiale infiammabile posto esattamente nel fuoco. La forma<br />

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