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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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le proprietà topologiche della mappa stessa.<br />

Per ridurre al minimo la possibilità di errore, il programma fu eseguito su<br />

due diverse macchine con due algoritmi indipendenti facendole lavorare per<br />

migliaia di ore. Alla fine, servirono più di 500 pagine per trascrivere a mano<br />

tutte le verifiche che costituivano la dimostrazione.<br />

Il rivoluzionario utilizzo di algoritmi informatici per verificare l’esattezza della<br />

congettura scatenò grandi polemiche sull’affidabilità di questi metodi. Il fatto<br />

che la dimostrazione fosse basata sull’analisi di una moltitudine di casi discreti<br />

portò alcuni matematici a contestarne l’effettiva validità, sia per l’impraticabilità<br />

di una verifica manuale di tutti i casi possibili, sia per l’impossibiltà<br />

di avere la certezza che l’algoritmo fosse implementato correttamente. Non è<br />

possibile infatti dimostrare la correttezza di un algoritmo.<br />

Sorge dunque una domanda¿ è lecito utilizzare i calcolatori per fornire delle<br />

dimostrazioni?<br />

Per il problema dei quattro colori si può dire soltanto che, nonostante le accuse<br />

di scarsa eleganza, finora nell’algoritmo non è mai stato trovato alcun errore.<br />

11.3.4 L’algebra di Boole<br />

Agli inizi dell’Ottocento il linguaggio della matematica aveva per oggetto<br />

simboli dall’interpretazione ben definita e in generale riconducibili a quantità<br />

fisiche o geometriche. Il compito di verificare la correttezza dei linguaggi e<br />

dei significati spettava alla filosofia, finché alcuni matematici francesi come<br />

Condillac (1715-1780), Condorcet (1743-1794) e Gergonne (1771-1859) suggerirono<br />

di vedere nell’algebra un linguaggio che attraverso le sue regole conduce<br />

alla perfezione dell’arte di ragionare.<br />

“Si ragiona in pratica con delle parole così come in algebra si fanno<br />

i calcoli con delle lettere, e così si può portare a termine esattamente<br />

un calcolo algebrico senza avere la minima idea del significato<br />

dei simboli su cui si lavora, si può del pari seguire un ragionamento<br />

senza conoscere affatto il significato dei termini in cui esso è<br />

formulato.” (Gergonne 1817)<br />

Dunque la tesi del filosofo Kant, che aveva dichiarato la logica una materia<br />

ormai “chiusa e compiuta” dal momento che non aveva avuto più nessuno<br />

sviluppo, veniva confutata dagli interessi di francesi e non solo. Anche il filosofo<br />

scozzese William Hamilton (1788-1856) (da non confondere con William<br />

Rowan Hamilton dei quaternioni!) azzardava l’idea che la matematica fosse<br />

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