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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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numeri e le relazioni geometriche fra punti con relazioni algebriche. Così i problemi<br />

geometrici possono venire tradotti in problemi algebrici e risolte con le<br />

regole, in un certo senso automatiche, dell’algebra. Questa traduzione presenta<br />

due notevoli vantaggi: rende pressoché uniforme la trattazione di tutte le<br />

questioni geometriche; fa scomparire le differenze inessenziali tra figura e figura<br />

permettendo così di raggiungere risultati di ampia generalità. In tal modo<br />

la geometria diviene una scienza essenzialmente analitica in cui ogni problema<br />

ben fondato, se di grado non superiore al quarto, diviene automaticamente<br />

risolubile.<br />

La geometria analitica traducendo in termini algebrici le nozioni di punto,<br />

retta, piano e le relazioni intercorrenti fra essi, è in grado di rendere chiara e<br />

uniforme la trattazione di tutti i problemi geometrici e rappresenta una tappa<br />

nuova rispetto ai greci(che non avevano saputo indicare una via per risolvere<br />

tali problemi, limitandosi a risolverli caso per caso, con accorgimenti ingegnosi<br />

ma di portata circoscritta). La molla che spinge Cartesio ad “inventare” la<br />

geometria analitica è la stessa che lo ha spinto alla fondazione della nuova<br />

metafisica, si tratta cioè di superare la frammentazione del sapere scientifico<br />

degli antichi e allo stesso tempo ostacolare una analoga tendenza alla perdita<br />

di unità presente nella filosofia moderna.<br />

E’ importante ricordare che la geometria cartesiana aveva come intento una<br />

costruzione geometrica: “Tutti i problemi di geometria si possono facilmente<br />

ridurre a tali termini, che in seguito per costruirli basta conoscere la lunghezza<br />

di alcune rette e non il ricondurre la geometria all’algebra”.<br />

Il metodo generale che consentiva l’applicazione dell’algebra alla geometria<br />

si fondava sull’idea di associare delle equazioni algebriche alle curve e alle<br />

superfici e prende appunto il nome di geometria analitica o geometria delle<br />

coordinate. Il procedimento è così sintetizzabile: si parte da un problema<br />

geometrico, lo si traduce in un linguaggio di un’equazione algebrica e infine,<br />

dopo aver semplificato l’equazione quanto più possibile, si risolve tale equazione<br />

geometricamente. Nell’affrontare un dato problema Descartes diceva di<br />

seguire questi passi:<br />

1. dare dei nomi a tutte le linee che sembrano necessarie per la costruzione<br />

del problema, sia a quelle ignote che a quelle note,<br />

2. guardare in che modo tali linee sono in rapporto tra loro fino a che non si<br />

sia trovato un modo di esprimere una medesima quantità in due maniere<br />

diverse: quello che si chiama un’equazione in una incognita,<br />

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