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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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Si dimostra che R determina una partizione degli elementi di A in classi<br />

esaustive e disgiunte, ogni elemento cioè, appartiene ad una ed una sola classe.<br />

Ogni classe così individuata, è quindi rappresentata da uno qualsiasi dei<br />

suoi elementi.<br />

La “definizione per astrazione” proposta da Peano consiste nel definire<br />

un nuovo oggetto, φa come ciò che hanno in comune tutti gli oggetti che<br />

appartengono alla stessa classe d’equivalenza di a. Per esempio “il numero<br />

cardinale di α”, viene definito come la proprietà comune a tutte le classi che<br />

hanno lo stesso numero cardinale di α - dove “aver lo stesso numero cardinale<br />

di” è, come abbiamo visto, ben definita. Così il numero zero può essere definito<br />

come il numero cardinale della classe vuota, il numero uno come il numero di<br />

ogni classe che ha un solo elemento, e così via. I numeri infiniti possono essere<br />

definiti come i numeri di quelle classi il cui numero resta invariato quando si<br />

sia loro tolto un elemento. Infine i numeri naturali si possono definire come<br />

quei numeri che non sono infiniti. Le operazioni aritmetiche possono poi essere<br />

definite alla maniera di Cantor, come operazioni tra insiemi.<br />

Pur riconoscendo che l’aritmetica potrebbe cominciare da qui, invece che<br />

dai suoi assiomi, Peano non sviluppa questa seconda possibilità. Fu invece<br />

proprio essa ad attrarre Russell, almeno per due ragioni:<br />

1. consentiva un trattamento unificato per l’aritmetica dei numeri finiti e<br />

transfiniti<br />

2. permetteva una ulteriore riduzione dei termini primitivi usati negli assiomi<br />

di Peano a termini che Russell riteneva essere puramente logici,<br />

realizzando così una analisi filosofica più profonda.<br />

Il problema di fondo è che quando si parla di proprietà comune a due oggetti,<br />

sostanzialmente si sta parlando di un predicato comune a questi, e quindi<br />

utilizzando la logica soggetto-predicato tanto rifiutata dai logicisti. Dunque<br />

Russell riesce a rendere questa proprietà comune definendola in termini di<br />

relazioni.<br />

A questo punto, secondo Russell vi sono due possibilità: la prima è quella<br />

di affermare che l’entità giusta, cioè il numero di una classe, è qualcosa che<br />

noi affermiamo attraverso un processo psicologico di intuizione; la seconda,<br />

è quella di costruire questa entità in modo che la sua esistenza ed unicità<br />

risultino dimostrate. Russell sceglie la seconda via, identificando il numero di<br />

una classe con la classe do tutte le classi cardinalmente simili alla classe data.<br />

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