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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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1.<br />

Γ<br />

2.<br />

non-degenere e non-definita. Due rette del piano iperbolico si dicono incidenti<br />

se si intersecano in un punto proprio, cioè di H.<br />

Date quindi due rette del piano iperbolico r = σ 〈v, w〉 e s = σ 〈v, z〉,<br />

incidenti in P = σ 〈v〉 ∈ H. L’angolo tra le due rette è il numero reale α(r, s)<br />

tale che:<br />

cos (α(r, s)) = |g(yr, ys)|<br />

||yr|| ||ys||<br />

Γ<br />

3.<br />

e 0 ≤ α(r, s) ≤ π<br />

2 ,<br />

dove yr e ys in V sono tali che 〈yr〉 = 〈v, w〉 ⊥ e 〈ys〉 = 〈v, z〉 ⊥ .<br />

Due rette del piano iperbolico si dicono parallele se la loro intersezione<br />

contiene un punto dell’assoluto.<br />

Dunque esistono retta del piano iperbolico che non sono né incidenti né parallele<br />

(quelle che si incontrano in un punto esterno all’assoluto).<br />

Inoltre, la relazione di parallelismo in questo caso non è relazione d’equivalenza,<br />

perché due rette parallele ad una stessa retta non sono necessariamente<br />

parallele tra loro.<br />

Dunque nel caso iperbolico abbiamo tre possibilità:<br />

Piano euclideo<br />

incidenti parallele né<br />

parallele<br />

né<br />

incidenti<br />

Nel piano euclideo come sappiamo date due rette distinte abbiamo due<br />

possibilità:<br />

554<br />

Γ

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