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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Poesia – Musica – Pittura: <strong>Gualdo</strong> e le Tre Arti sorelle<br />

del «Pungolo». Nel suo stu<strong>di</strong>o, infatti, egli aveva parlato <strong>di</strong> Praga come un “eccentrico<br />

al quale si era negato l’ingegno e su cui si era scagliato l’anatema e l’ironia”<br />

359 cui solo post mortem era stato attribuito il titolo <strong>di</strong> “Maestro”. Tali parole<br />

sembrano perfettamente anticipare i versi conclusivi della litica A Emilio<br />

Praga, pubblicata a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> quattro anni dall’intervento giornalistico:<br />

Ma nella tomba o in nuovi dì raggianti<br />

Hai scordato, non ve<strong>di</strong> e non ascolti,<br />

Ed ignori i pigmei a te rivolti,<br />

Ora inneggianti!! 360<br />

In maniera analoga quando, nella medesima poesia, <strong>Gualdo</strong> parla <strong>di</strong> “giustizia<br />

tarda” ripropone il concetto già espresso nel suo precedente saggio critico<br />

a proposito della fortuna toccata post mortem ad opere come Penombre che,<br />

tanto bistrattate all’epoca della prima pubblicazione, hanno finalmente ricevuto<br />

il giusto riconoscimento unitamente agli ultimi lavori <strong>di</strong> Praga; questo tema, la<br />

cui insistenza sembrerebbe davvero richiamare anche un’esperienza <strong>di</strong> tipo personale,<br />

viene espresso nella quarta strofa del componimento poetico in cui l’autore,<br />

rivolgendosi in prima persona all’amico defunto parla de “il rimpianto e la<br />

lode dei tuoi poemi” che hanno infine trovato approdo nel porto in cui, alfine,<br />

“rivivono i primi con li estremi”(vv. 14-15).<br />

Nella conclusione del suo stu<strong>di</strong>o apparso sul «Pungolo» <strong>Gualdo</strong> avverte inoltre<br />

che l’e<strong>di</strong>tore Casanova, “il Lemerre dell’Italia”, 361 oltre a ripubblicare<br />

Penombre (la cui ristampa è stata imme<strong>di</strong>atamente preceduta da quella delle<br />

Trasparenze – versi ine<strong>di</strong>ti ed ultimi del poeta “in cui vibrano le corde dei più<br />

miti affetti in una smorta luce <strong>di</strong> serenità crepuscolare, poiché nella sua vita,<br />

fatta più triste egli trova una malinconica pace in cui passano sommesse le armonie”)<br />

362 aveva nuovamente e<strong>di</strong>to, all’indomani della morte del poeta, anche<br />

359 Ibidem.<br />

360 ID., A Emilio Praga, cit. Le Nostalgie vennero pubblicate (dopo tre anni <strong>di</strong> indecisione)<br />

nel 1883, ma è da escludere che il componimento venne scritto nello stesso periodo del saggio<br />

apparso nel 1879, come lascerebbe pensare l’identità <strong>di</strong> temi comuni all’articolo e alla poesia.<br />

361 Questo e<strong>di</strong>tore era “il più elzeviriano” tra gli stampatori francesi, come afferma Cameroni<br />

nel saggio de<strong>di</strong>cato al secondo romanzo francese <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> pubblicato proprio da Lemerre<br />

(F. CAMERONI, Un mariage excentrique, in «L’Illustrazione Italiana», 15 giugno 1879).<br />

362 ID., Emilio Praga, cit. Sul tono rassicurante <strong>di</strong> questi testi, intrisi, tuttavia, <strong>di</strong> “lucida<br />

amarezza”, si veda P. ZAMBON, Emilio Praga, Due destini, un romanzo in appen<strong>di</strong>ce a «Il<br />

Pungolo», in Letteratura e stampa nel secondo Ottocento, Alessandria, Dell’Orso, 1993, p. 15.<br />

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