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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

<strong>di</strong>co francese «Le Bien Public» a partire dall'11 <strong>di</strong>cembre 1877 (prima ancora,<br />

cioè, che la stesura dell'opera fosse conclusa) e poi apparso in volume per i tipi<br />

<strong>di</strong> Charpentier l'8 giugno seguente:<br />

D’abord, j’ai à vous remercier de l’aimable article que vous avez bien voulu me<br />

consacrer dans la Rassegna settimanale. Je l’ai lu avec le plus vif plaisir. Je sais assez<br />

d’italien pour comprendre le sens général. 211<br />

L'articolo, de<strong>di</strong>cato interamente all'opera in questione e firmato da <strong>Gualdo</strong>,<br />

era apparso in effetti sul giornale fiorentino «La Rassegna settimanale <strong>di</strong> politica,<br />

scienze, lettere ed arti» il 26 maggio 1878, ovvero alla vigilia dell'uscita della<br />

pubblicazione in volume, in Francia, del romanzo zoliano. 212 In questo stu<strong>di</strong>o,<br />

benché si tratti <strong>di</strong> una delle prime recensioni da lui realizzate, il giovane<br />

crititco già mostra spiccate capacità <strong>di</strong> analisi e, dato questo forse ancor più importante,<br />

al suo interno riesce a manifestare fin da subito il proprio gusto ed il<br />

suo spiccato orientamento letterario che lo condurrà, dopo Une page d'amour, a<br />

<strong>di</strong>versi anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, a prendere in esame un altro lavoro piuttosto atipico <strong>di</strong><br />

Zola, vale a <strong>di</strong>re Le Rêve. Volendo ricorrere ad un'espressione coniata da un valente<br />

stu<strong>di</strong>oso zoliano, <strong>Gualdo</strong> recensore si è occupato nel corso della sua carriera<br />

giornalistica <strong>di</strong> quei due testi che più <strong>di</strong> ogni altro <strong>di</strong>fferiscono per il loro<br />

carattere eccezionale dagli altri romanzi del ciclo dei Rougon-Macquart, in<br />

quanto Une page d'amour e Le rêve sono le uniche due opere, per <strong>di</strong>rla con<br />

Henri Mitterand, “non pas mineures, mais en mineur, de la série”. 213<br />

<strong>Gualdo</strong> è un lettore a tutto tondo, onnivoro, <strong>di</strong> Zola: dai suoi carteggi si evince<br />

con quale e quanta attenzione abbia stu<strong>di</strong>ato ogni singolo volume della<br />

sua produzione, ma è altrettanto evidente come il suo entusiasmo resti concentrato<br />

su una certa tipologia <strong>di</strong> testi che potremmo in<strong>di</strong>care come i più idealisti o,<br />

mon père” (E. ZOLA, Correspondance 1972-1902, Paris, Bernouard, 1928, p. 516). Similmente,<br />

in un altro messaggio del <strong>di</strong>cembre 1878 destinato al medesimo corrispondente, Zola – ma<br />

questa volta le sue parole sono riferite ad uno stu<strong>di</strong>o compiuto dallo stesso De Amicis – scrive:<br />

“Dans le moment même où vous parlez si superbement de moi en Italie, on me déchire en France”<br />

(R. TERNOIS, Zola et ses amis italiens. Documents iné<strong>di</strong>ts, cit., p. 39).<br />

211<br />

Fondo Casati, K 72 suss., c.3b.48(1).<br />

212<br />

L. GUALDO, Émile Zola – Une page d'amour, in «La Rassegna settimanale <strong>di</strong> politica,<br />

scienze, lettere ed arti», a. I, n. 21, 26 maggio 1878, pp. 395-396.<br />

213<br />

H. MITTERAND, Préface à É. ZOLA, Une page d'amour, Paris, Gallimard, 1989, p.<br />

18 (corsivo moi).<br />

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