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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Tra carteggi e recensioni: <strong>Gualdo</strong> e i romanzieri italiani<br />

critica apparso sul «Corriere della sera» e soprattutto visto che non figurano articolo<br />

firmati da <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> nei numeri usciti durante la breve vita della rivista<br />

<strong>di</strong>retta da Rod. Non è da escludersi che, terminato il saggio in italiano, o durante<br />

la sua stesura (le date non possono essere d’aiuto poiché il messaggio destinato<br />

al docente ginevrino non reca alcuna in<strong>di</strong>cazione in tal senso), il critico<br />

avesse pensato <strong>di</strong> tradurlo, come già aveva fatto e farà in altre occasioni, per<br />

sponsorizzare all’estero un nuovo autore italiano, contribuendo così, ancora una<br />

volta, alla promozione e <strong>di</strong>ffusione della nostra cultura letteraria in Francia.<br />

Ad ogni modo, l’unico suo articolo de<strong>di</strong>cato al Cortis <strong>di</strong> cui siamo attualmente<br />

a conoscenza è quello apparso sulle pagine del quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> Torelli-<br />

Viollier: questo intervento si configura come un attento e puntuale stu<strong>di</strong>o dell’opera<br />

e dello scrittore Fogazzaro, del quale viene messa in evidenza l’originalità<br />

che lo contrad<strong>di</strong>stingue dagli altri scrittori italiani coevi perché, <strong>di</strong>fferentemente<br />

da essi, il suo lavoro non deriva in maniera <strong>di</strong>retta “dai francesi più<br />

moderni”; 214 nelle pagine gual<strong>di</strong>ane, inoltre, sono contenuti interessanti spunti<br />

<strong>di</strong> riflessione relativi alla critica letteraria tardottocentesca, capace <strong>di</strong> stigmatizzare<br />

allo stesso tempo tanto la narrativa naturalista quanto quella idealista, senza<br />

però essere in grado <strong>di</strong> riconoscere ciò che più avrebbe contato sottolineare,<br />

ovvero l’esistenza dell’“artisticamente vero”. 215 Partendo da questo presupposto<br />

<strong>Gualdo</strong> fonda la prima parte del suo stu<strong>di</strong>o sull’analisi dell’assoluta umana verità<br />

dei personaggi del Cortis ponendo, in particolare, la sua attenzione sui due<br />

protagonisti dell’opera, Daniele ed Elena.<br />

Nel nuovo lavoro <strong>di</strong> Fogazzaro, un autore “così alto e così speciale tra gli<br />

scrittori italiani”, il recensore rintraccia tutti i pregi e tutto il fascino dei suoi<br />

scritti precedenti (dalla recensione si evince che egli avesse letto quantomeno<br />

Miranda e Malombra), così come il suo personalissimo accento poetico, mentre<br />

trova che siano quasi spariti, o se non altro smussati, gli antichi <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> forma<br />

quali la prolissità, lo scioglimento “un po’ debole in confronto al resto” e l’accostamento<br />

dell’elemento fantastico a quello reale “in modo che stuona talvolta”<br />

216 che avevano caratterizzato in maniera negativa un’opera come Malombra,<br />

giu<strong>di</strong>cata comunque, nel suo complesso, in maniera favorevole. Nel Cortis, al<br />

contrario, uno <strong>degli</strong> aspetti migliori è rappresentato dalla perfetta sintesi tra stu<strong>di</strong>o<br />

reale e ideale, sicché “la parte poetica è vera quanto la pittura della esisten-<br />

214 L. GUALDO, “Daniele Cortis”. Il nuovo romanzo <strong>di</strong> A. Fogazzaro, cit.<br />

215 Ibidem.<br />

216 Ibidem.<br />

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